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Inchiesta dati rubati, l’ex poliziotto Gallo: “Mai violato software riservati, sono un servitore dello Stato”

Carmine Gallo, l’ex poliziotto indagato nell’inchiesta della Procura di Milano su dossieraggio, nell’interrogatorio davanti ai magistrati di Milano avrebbe detto: “Sono un servitore dello Stato, non ho ‘bucato’ banche dati riservate”.
A cura di Giorgia Venturini
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Enrico Pazzali e Carmine Gallo
Enrico Pazzali e Carmine Gallo

"Non ho ‘bucato' banche dati riservate". Lo ha ribadito più volte Carmine Gallo nell'interrogatorio davanti ai magistrati di Milano: l'ex poliziotto si trova agli arresti ai domiciliari perché tra gli indagati dell'inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano sul dossieraggio. Secondo le accuse, Gallo era amministratore della società Equalize di Enrico Pazzali, il presidente di Fondazione Fiera (ruolo da cui si è sospeso dopo esser finito anche lui nel registro degli indagati: entrambi cercavano informazioni su richiesta e sotto pagamento di alcuni clienti violando – sulla base degli atti del Tribunale – banche dati appartenenti a forze dell'ordine. Si sarebbero serviti di una rete di hacker.

Nell'interrogatorio di ieri mercoledì 11 dicembre davanti ai magistrati avrebbe però detto: "Non ho mai concorso in alcuna violazione dei software che proteggono le informazioni riservate". L'ex poliziotto, difeso dagli avvocati Antonella Augimeri e Paolo Simonetti, avrebbe offerto il suo contributo per ricostruire i fatti e le responsabilità. Così facendo potrebbe distinguere il ruolo che hanno avuto le altre persone coinvolte nell'inchiesta.

Durante le sue dichiarazioni spontanee anche davanti al giudice per le indagini preliminari Fabrizio Filice si sarebbe anche più volte definito "un servitore dello Stato" e non un "infedele". Non si è concluso invece l'interrogatorio, in programma sempre ieri, di Nunzio Gabriele Calamucci, il tecnico informatico del gruppo che è stato riconvocato per il prossimo 17 dicembre.

Secondo quanto svelato dalla Procura, gli indagati, attraverso hacker e tecnologia, sarebbero riusciti a entrare all'interno di banca dati cassaforte di dati sensibili. Nel dettaglio, i fedelissimi di Equalize avrebbero avuto accesso al Sistema d’Indagine informatico (Sdi) della polizia: ovvero una delle più vecchie e ricche banche dati del Paese al cui interno si può trovare di tutto, da segnalazioni a qualsiasi altri tipi di informazioni al vaglio di indagini. Ad accedere a queste banche dati sono persona autorizzate, soprattutto appartenenti a forze dell'ordine.

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