Inchiesta dati rubati, analisi su mille dispositivi: si proverà a ricostruire il flusso di denaro incassato
Lo scorso 25 ottobre sono stati sequestrati mille dispositivi nell'ambito dell'inchiesta sulla presunta rete di hacker che avrebbe ottenuto dati e informazioni violando le banche dati delle forze dell'ordine. Attualmente quattro persone sono finite agli arresti domiciliari, tra queste c'è l'ex super poliziotto Carmine Gallo e quello che è stato definito il suo braccio destro, Samuele Calamucci. In questi giorni è partita proprio la copia forense su pc, telefoni, tablet e altri supporti informatici.
Cosa sperano di trovare i carabinieri nei dispositivi informatici
L'operazione sarebbe stata affidata a una squadra specializzata dei carabinieri del Ros di Roma. Inoltre la procura di Milano e la Direzione nazionale antimafia avrebbero deciso di effettuare il lavoro sui dispositivi senza le formule dell'accertamento irripetibile. L'obiettivo degli inquirenti è quello di trovare prove concrete che possano confermare quanto emerso dalle intercettazioni. In particolare la presunta capacità della società Equalize di Enrico Pazzali, che si è autosospeso dalla carica di presidente di Fondazione Fiera Milano, di accedere allo Sdi e alle banche dati della pubblica amministrazione.
Si cercherà inoltre di ricostruire il flusso di denaro incassato dall'attività illecita che in due anni avrebbe fruttato oltre 3 milioni di euro.
Braccialetto elettronico per Gallo e Calamucci
Nel frattempo è emerso che ieri sia per Gallo che per Calumucci è arrivato materialmente il braccialetto elettronico. Al momento non risulterebbe essere stato consegnato agli altri due sottoposti agli arresti domiciliari.