Inchiesta Covid, i messaggi inviati ai sindaci di Alzano e Nembro: “Non prendete iniziative”
"Emerge come i sindaci avessero ricevuto istruzioni di non prendere iniziative personali": a scriverlo nella sua perizia, richiesta dalla Procura di Bergamo nell'inchiesta sulla gestione della prima fase della pandemia, è Andrea Crisanti. A riportarlo è il quotidiano Il Corriere della Sera. Il microbiologo fa riferimento ai sindaci di allora di Alzano e Nembro (qui attualmente è insediato un altro primo cittadino), tra i comuni della Bergamasca più colpiti.
I due, che non sono indagati, avrebbero infatti potuto istituire la zona rossa senza aspettare la decisione del Governo o di Regione Lombardia: la legge infatti lo permette in caso di necessità e urgenza. E infatti Crisanti scrive che invece di utilizzare questa prerogativa "trasmettevano messaggi rassicuranti alla popolazione che avevano una efficacia limitata se non controproducente nel bloccare il contagio".
Perché i due sindaci non sono stati indagati
I sindaci infatti non sono finiti nell'inchiesta perché, come spiegato dal microbiologo, dalle audizioni e dalle chat si evince come i due "si aspettassero istruzioni dal dottor Massimo Giupponi", che è direttore generale dell'Agenzia di tutela della salute.
I due primi cittadini non sarebbero però stati gli unici a preferire di allinearsi "alle indicazioni delle autorità sanitarie e politiche di Regione Lombardia" nonostante le immagini che nelle settimane precedenti arrivavano dalla Cina e la dichiarazione a fine gennaio dello stato di emergenza dimostrassero la gravità della situazione.
Inoltre, a differenza del Governo e di Regione, i due rappresentanti non avevano le conoscenze tecniche e scientifiche per "effettuare valutazioni in autonomia" così come non conoscevano il piano Covid.