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Notizie sull'inchiesta sul Covid a Bergamo

Inchiesta Covid, i familiari delle vittime: “Non ci fermeremo di fronte all’archiviazione di Fontana e Gallera”

A Fanpage.it l’Associazione familiari vittime Covid ha commentato la richiesta di archiviazione della Procura di Brescia delle posizioni del presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, l’ex assessore al Welfare Giulio Gallera e altri 11 indagati per epidemia e omicidio colposo. “Siamo sconcertati”, ha detto la legale Consuelo Locati, “ma intraprenderemo un altro percorso”.
A cura di Enrico Spaccini
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L'ex assessore al Welfare Giulio Gallera e il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana (foto LaPresse)
L'ex assessore al Welfare Giulio Gallera e il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana (foto LaPresse)
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Per la Procura di Brescia le posizioni del presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, dell'ex assessore al Welfare Giulio Gallera e degli altri 11 indagati in merito all'inchiesta sulla gestione della prima ondata di Covid in Val Seriana devono essere archiviate. Le motivazioni sono simili a quelle che hanno portato il Tribunale dei Ministri lo scorso 7 giugno ad archiviare le posizioni dell'ex premier Giuseppe Conte e l'allora ministro della Salute Roberto Speranza. "Vuol dire che nessuno sarà responsabile né per l'attuazione del Piano pandemico né per l'istituzione di una zona rossa e nemmeno per tutte le morti in eccesso che ci sono state", ha commentato l'avvocata Consuelo Locati dell'Associazione familiari vittime Covid-19 #Sereniesempreuniti a Fanpage.it, "come legale, anche a nome dell'associazione, siamo veramente sconcertati".

L'epidemia reato commissivo, non omissivo

"Con questa richiesta di archiviazione, tutto il lavoro svolto dalla Procura di Bergamo in tre anni è stato considerato come se non fosse mai esistito", ha affermato Locati. I magistrati bergamaschi avevano indagato Fontana, Gallera e gli altri 11 per l'ipotesi di reato di epidemia e omicidio colposi, oltre all'ex presidente Conte e l'ex ministro della Salute Speranza (entrambi già archiviati).

I magistrati bresciani, però, hanno motivato il loro parere sull'archiviazione, depositato il 18 luglio al Tribunale del ministri che dovrà pronunciarsi in merito entro giovedì 27 luglio, affermando che quello di epidemia colposa è un reato commissivo, mentre in questo caso sono state contestate omissioni.

Inoltre, sempre secondo la Procura di Brescia, non sarebbero state ravvisate nemmeno omissioni, in quanto prima del lockdown totale erano arrivate proposte e le autorità lombarde si erano attivate per contenere la diffusione del virus.

La mancata zona rossa e il Piano pandemico non applicato

Per quanto riguarda la mancata istituzione della zona rossa ad Alzano Lombardo e Nembro, per i magistrati bresciani non può essere provato che, come affermato dalla perizia svolta dal microbiologo Andrea Crisanti, questa avrebbe potuto evitare oltre 4mila morti. Il nesso di casualità tra i decessi e l'assenza dell'isolamento tra i due comuni, si legge, è stata "una mera ipotesi teorica sfornita del ben che minimo riscontro". Di sicuro, per come sono andate le cose anche nel resto del mondo, il decorso della pandemia non sarebbe cambiato comunque.

Infine, anche se il Piano pandemico non è stato applicato, poiché era fermo al 2006 sarebbe impossibile ritenere che sarebbe stato adeguato a fronteggiare l'emergenza. "A questo punto ci chiediamo quale senso abbia la prevenzione in Italia, visto che evidentemente gli obblighi di legge, che sono anche sovrannazionali in materia sanitaria, non contano nulla", ha commentato la legale dell'Associazione familiari vittime Covid.

Le prossime mosse dei familiari delle vittime

Ad oggi, l'esito del prossimo pronunciamento del Tribunale dei ministri appare scontato. La richiesta di archiviazione, così come per Conte e Speranza, probabilmente sarà accolta e "nessuno sarà responsabile di nessuno", sostiene Locati, che poi afferma: "Noi stiamo intraprendendo un altro percorso, di sicuro per noi non finisce qua".

L'Associazione familiari vittime Covid #Sereniesempreuniti , però, ricorda come "per legge in qualsiasi momento, qualora dovessero emergere nuove prove, il procedimento si può riaprire". Inoltre, assicura in un comunicato, "continueremo nel nostro percorso di denuncia e memoria. Siamo certi che le morti dei nostri cari siano state causate dalle omissioni sia a livello governativo che regionale, e speriamo che prima o poi vengano accertate queste responsabilità".

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