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Incendio Milano, brucia grattacielo in via Antonini

Incendio Torre dei Moro, inquilini: “Siamo il palazzo delle beffe, chiedono l’Imu per una casa bruciata”

Gli inquilini del grattacielo di via Antonini che bruciò lo scorso 29 agosto si sono visti recapitare l’Imu da pagare: “Siamo il palazzo delle beffe, ci chiedono di pagare per una casa bruciata” ha dichiarato a Fanpage.it il portavoce degli sfollati, Mirko Berti.
A cura di Simona Buscaglia
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In foto uno degli appartamenti bruciati nella Torre dei Moro in via Antonini
In foto uno degli appartamenti bruciati nella Torre dei Moro in via Antonini
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"Ma possono chiederti l'Imu per una casa incendiata? Siamo all'assurdo, siamo il palazzo delle beffe". A parlare con Fanpage.it è Mirko Berti, il portavoce degli inquilini di via Antonini, che il 29 agosto scorso hanno perso la loro casa nell'incendio che in pochi minuti ha ridotto la Torre dei Moro in una torcia. "Molti di noi non avevano mai pagato l'Imu perché quella in via Antonini era l'unica casa quindi non era dovuto – ha proseguito Berti – C'è però una norma che dice che dopo l'inagibilità dell'edificio, se si perdono i requisiti di dimora, si deve pagare l'Imu, ridotto al 50 per cento: è una situazione che nel nostro caso chiaramente non ha senso".

Inquilini: Facciamo appello alle istituzioni perché venga questa ennesima beffa

Questa è l'ennesimo problema burocratico denunciato dagli inquilini, come la multa ricevuta da Atm per la fermata del bus spostata a causa dell'incendio e il cambio di percorso fatto dalla linea 95: "Nessuno ha preso questa nostra situazione come un'emergenza, parliamo di 80 famiglie senza una casa – ha spiegato Berti – Dovevano muoversi per tempo, per l'anno prossimo ci hanno detto che è ipotizzabile venga rimosso ma se è ipotizzabile per l'anno prossimo perché non è stato fatto già per questo? Stiamo parlando della città di Milano, doveva essere gestito tutto come un'emergenza, cosa che non è stata fatta fino adesso. Faccio appello all'assessore al bilancio del Comune e ai tecnici del Mef  (Ministero dell'economia e delle finanze) perché risolvano questa ennesima beffa. Il Comune non può dirmi ‘è una norma statale', il comune è un corpo dello Stato". Intanto però, come avevano denunciato già un mese fa, dall'amministrazione non sono ancora arrivati gli aiuti promessi: "Ad oggi sono quattro mesi dal rogo e non abbiamo visto un centesimo – ha aggiunto Berti –  Dal Comune abbiamo avuto solo carta, fogli da riempire: ci dicono che ci daranno dei soldi tramite dei meccanismi, ma ad oggi ci hanno dato solo dei moduli dove scrivere le spese che abbiamo sostenuto".

Manca ancora una soluzione abitativa per gli sfollati

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I vincoli per le soluzioni abitative proposte da Palazzo Marino, che impediscono di fatto a molte famiglie di via Antonini di potervi accedere, non sono ancora stati rimossi: "Molte famiglie sono ancora senza soluzioni abitative stabili – ha aggiunto il portavoce degli inquilini – ho chiesto ai Parlamentari di intervenire affinché si mettano d'accordo Comune e Regione, perché uno dice che la norma l'ha fatta la Regione e l'altro dice che invece deve intervenire il Comune. Noi non possiamo più aspettare. Aspettiamo anche un intervento del governo che ad oggi non si è ancora visto se non per Ivan Scalfarotto, sottosegretario del ministero degli Interni, con il quale abbiamo avuto una riunione tempo fa in Prefettura: speriamo che si faccia promotore di un tavolo tra Comune Regione e Governo per mettere insieme i problemi e dare una soluzione". Intanto, 15 famiglie risiedono ancora al Quark Hotel: "Altri se ne sono già andati, andando da amici, altri in affitto, sobbarcandosi anche altre spese – ha raccontato Berti – mi appello affinché il sindaco Sala capisca che deve venire qui da noi perché la sua amministrazione non sta facendo nulla, tante delibere e basta". Una buona notizia in questo quadro però c'è: "I periti iniziano a fare le visite con gli inquilini nei vari appartamenti, sempre accompagnati dai vigili, anche se sarà una questione molto lunga – ha concluso Berti –  l'assicurazione Reale Mutua però ci è venuta incontro, concedendo a breve un piccolo primo anticipo per aiutare le famiglie, e pagare i fornitori, oltre alle spese per mantenere la struttura in sicurezza".

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