Incendio Torre dei Moro, il grattacielo non è più sotto sequestro: gli inquilini possono entrare in casa
Gli inquilini del grattacielo di via Antonini a Milano potranno ritornare nelle loro case. Lo ha deciso il pubblico ministero Marina Petruzzella dissequestrando la Torre dei Moro, resta inagibile dallo scoppio di un vasto incendio lo scorso 29 agosto. La Procura ha infatti accettato la richiesta dei residenti per avviare i lavori di messa in sicurezza di tutto l'edificio: il grattacielo ora, dopo la decisione del pubblico ministero e degli inquilini, è stato affidato a due tecnici, ovvero l'ingegnere Mauro Giuliani e l'architetto Gianluca Fontana. Al primo è stata affidata la direzione dei lavori di messa in sicurezza del complesso residenziale mentre il secondo è il responsabile della sicurezza. Questo permetterà agli inquilini del palazzo di ritornare a casa loro e di avviare i lavori per rendere gli appartamenti di nuovo agibili: purtroppo però non sarà così per tutti. Il ritorno nelle loro case sarà permesso solo ai condomini i cui appartamenti non corrono più alcun rischio.
Una sigaretta la causa dell'incendio
Intanto continuano le indagini per capire quanto accaduto quel tragico 29 agosto quando l'intero edificio andò a fuoco ma fortunatamente nessuno rimase ferito. Secondo la relazione tecnica del Nucleo investigativo antincendio dei vigili del fuoco dello scorso novembre, l'incendio sarebbe stato innescato da una sigaretta il cui mozzicone è stato poi gettato accidentalmente sul balcone dell'appartamento 15C da uno dei coinquilini dei piani superiori. I tecnici hanno ritenuto improbabile invece l'ipotesi dell'effetto lente: seppur possibile, risulta quasi impossibile che lo specchio del bagno possa aver riflesso la luce del sole su una bottiglia di vetro che a sua volta ha innescato le fiamme "servendosi" di materiale vegetale lasciato sul balcone. Le indagini sono partite su una delle poche certezze fin da subito: ovvero che sul balcone dove sono divampate della fiamme c'erano sacchi di spazzatura coperti da un grosso telo in materiale sintetico. Completamente da escludere invece è la pista riconducibile a un cortocircuito. Se la sigaretta fosse stata l'origine dell'incubo, a provocare la distruzione dell'intero grattacielo sarebbe stato però il rivestimento della facciata. Il materiale incandescente di questo strato sarebbe poi colato innescando via via altri incendi. Gli indagati per ora sono una decina: a breve per loro partirà un processo per omicidio colposo.