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Incendio Milano, brucia grattacielo in via Antonini

Incendio palazzo a Milano, l’esperto “scagiona” l’alluminio: “Controllare i materiali isolanti”

Il presidente degli Ingegneri di Milano Bruno Finzi ha precisato in un’intervista a Fanpage.it che l’alluminio non è un materiale pericoloso per gli incendi. Da tenere sotto controllo sarebbero invece i materiali in fibre sintetiche che servono all’efficientemente energetico quindi all’isolamento termo-acustico dell’edificio, che potrebbero “essere stati venduti all’epoca in forme non certificate antincendio”.
A cura di Simona Buscaglia
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Non bisogna puntare il dito contro l'alluminio che rimane comunque utilizzato con risultati brillanti in tutto il mondo, ma soprattutto è necessario capire se la facciata dell'edificio fosse o meno ventilata e se le eventuali serrande tagliafuoco siano o meno scattate. Sono questi, secondo Bruno Finzi, presidente dell'ordine degli ingegneri di Milano, i tre pilastri su cui si concentreranno le indagini che dovranno stabilire le cause della rapida propagazione dell'incendio che ieri ha interessato la torre residenziale di via Antonini, nella periferia sud di Milano. Lo ha ribadito durante un'intervista a Fanpage.it, scagionando di fatto uno dei materiali che componeva la facciata della Torre residenziale, ovvero l'Alucobond: "Bisogna stare attenti a non fare confusione tra materiali come l’Alucobond, che è alluminio piegato a freddo per ricreare delle forme particolari, e invece le lane di vetro o i materiali in fibre sintetiche che servono all’efficientemente energetico quindi all’isolamento termo-acustico dell’edificio".

L'alluminio non è un materiale pericoloso per gli incendi

L’Alucobond e l’alluminio "non sono dei materiali rischiosi dal punto di vista dell’incendio – ha ribadito Finzi – altra cosa sono invece i materiali che non sono ignifughi o certificati in questo senso, come può essere per alcuni isolanti. Bisogna quindi capire se l’efficientemente energetico dell’edificio è stato realizzato mediante ventilazione con materiali non ignifughi e se questi siano stati o meno una propagazione dell’incendio in altezza". "Smentisco che l’alluminio possa essere stato il materiale che ha innescato la propagazione di questo incendio" ha sottolineato il presidente dell'ordine degli ingegneri, mentre sarebbero più probabili come presunti "colpevoli" della propagazione dell'incendio "altri tipo di materiali isolanti che possono essere stati venduti all’epoca in forme non certificate antincendio". Comunque, finché non si avrà accesso al progetto antincendio depositato, che sembrerebbe aver funzionato per l’esodo degli abitanti, "si vive nel mondo delle ipotesi – ha aggiunto Finzi – Ci tenevo però a smentire che l’accusato Alucobond sia un materiale che è pericoloso dal punto di vista dell’incendio perché abbiamo migliaia di facciate al mondo (realizzate con questo materiale, ndr) e per questo mi sembra abbastanza innocente".

Le serrande tagliafuoco hanno funzionato?

Altro nodo fondamentale è capire se il grattacielo di via Antonini avesse o meno una facciata di tipo ventilato, cioè con dei pannelli montati a una certa distanza dalla facciata vera e propria, costruiti per migliorare l’efficientamento energetico. In questo tipo di progetti si crea infatti un cuscinetto d’aria che consente di mantenere termicamente più efficiente l’involucro esterno dell’edificio. Questo tipo di struttura "può rappresentare un problema in caso d’incendio perché può costituire una via preferenziale dell’uscita dei fumi e delle fiamme – ha aggiunto Finzi – in questo caso le normative antincendio prevedono infatti delle serrande tagliafuoco a vari livelli".

Cosa sono e come funzionano queste serrande tagliafuoco? "Sono delle specie di porte o lame che scattano e si chiudono a un determinato piano quando la temperatura supera i 60 o 70 gradi, dipende dal progetto – ha spiegato l'ingegnere – sono loro che impediscono così la propagazione del fumo, del fuoco e del calore al piano superiore o inferiore. Possono essere previste ogni tot di piani affinché non ci sia un camino acceso da cielo a terra". Alla fine degli anni '90 la facciata ventilata divenne di moda sull'onda dell'efficientamento degli edifici. Inoltre queste strutture secondarie vengono realizzate in alluminio perché "ha il pregio di essere leggero e non pesare molto sulla struttura principale, consentendo allo stesso tempo forme piacevoli dal punto di vista architettonico".

In Italia le normative antincendio sono molto stringenti

I prossimi passi nelle indagini dovranno quindi comprendere una visione della progettazione autorizzata dai vigili del fuoco "sicuramente prevista per un edificio di quelle dimensioni nel 2010 – ha aggiunto Finzi – bisogna contare che le normative in Italia sono molto stringenti". Finzi inoltre ha precisato che nel triennio 2007-2009 le regole in questo campo hanno registrato l'ultima svolta: "Nei primi anni duemila è intervenuta la marcatura CE quindi quello che si mette in opera è certificato per alcune prestazioni, come la sicurezza antincendio o quella strutturale. In questo caso si stabilisce la presenza di materiali resistenti a determinate temperature per un certo tempo, e che non inneschino o propaghino un possibile incendio. Tutte le costruzioni hanno fatto passi enormi negli ultimi vent'anni e queste certificazioni ora sono obbligatorie". Nel 2010 però si era già abbastanza avanti dal punto di vista delle certificazioni e risulta quindi "abbastanza strano quanto accaduto – ha concluso Finzi –  l'indagine dovrà capire se il progetto antincendio è stato fatto secondo le normative vigenti all'epoca e se i materiali messi in opera seguissero o meno le certificazioni".

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