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Incendio nella Casa di Riposo per Coniugi a Milano

Incendio nella Rsa a Milano, oltre alla direttrice della struttura ci sono altri indagati

La Procura di Milano sta andando avanti nell’attività di acquisizione di documenti nell’inchiesta sul rogo nella Rsa Casa dei Coniugi dove, nella notte tra giovedì e venerdì scorso, sono morti sei anziani: gli iscritti nel registro degli indagati, oltre alla direttrice della struttura, saranno 5.
A cura di Francesca Del Boca
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La rsa Casa dei Coniugi in via dei Cinquecento a Milano dopo l'incendio in cui sono morti 6 anziani
La rsa Casa dei Coniugi in via dei Cinquecento a Milano dopo l'incendio in cui sono morti 6 anziani
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La prima è stata Claudia Zerletti, direttrice della struttura di via dei Cinquecento dove, nella notte tra giovedì e venerdì scorso, sono morti sei anziani. Ma gli iscritti sul registro degli indagati per il rogo della rsa Casa dei Coniugi saranno almeno cinque, e verranno avvisati dagli inquirenti entro la fine della settimana; al vaglio anche la posizione di alcuni tecnici del Comune di Milano, proprietario della casa di riposo gestita dalla società Proges. Per l'inizio della prossima settimana, invece, saranno in programma le autopsie sui corpi delle vittime.

Gli impianti di rilevazione fumi erano guasti da un anno e mezzo

Le ipotesi formulate da chi indaga sono di omicidio e lesioni colpose, con violazione delle normative sulla sicurezza, incendio colposo. Al centro dell'inchiesta, in particolare, il fatto che gli impianti di rilevazione dei fumi nelle stanze fossero guasti da un anno e mezzo: la gara d'appalto per i lavori di riparazione, chiusa nel maggio scorso, era stata bloccata dopo che la società vincitrice era stata colpita da un'interdittiva antimafia. Erano alcuni cartelli, affissi ai muri e sparsi per tutta la struttura, che avvisavano del disguido e assicuravano la presenza di un addetto alle procedure antincendio per la notte.

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L'addetto alle procedure antincendio

Proprio questa figura adesso sarà attentamente valutata dagli inquirenti, che stabiliranno se sussistano eventuali responsabilità (ad esempio sul ritardo nella chiamata ai soccorsi). "Ma io da solo non bastavo, era impossibile controllare tutte le stanze", ha commentato intanto lui, incaricato di vigilare anche sulla struttura adiacente (ovvero la Virgilio Ferrari). L'incendio, infatti, si è propagato all'interno di una stanza del primo piano, la 605: qui una delle ospiti si era accesa una sigaretta, dando involontariamente fuoco prima ai materassi e alle lenzuola e poi alla bombola dell'ossigeno accanto al letto. Da verificare, tra le altre cose, anche il materiale dei materassi, per appurare se fosse a norma.

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