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Incendio Milano, brucia grattacielo in via Antonini

Incendio Milano, l’avvocata e musicista che abitava nella Torre: “C’era tutta la nostra vita lì”

Solange Marchignoli, avvocato penalista che assiste tra i suoi clienti anche l’ex modella Nina Moric, è una delle persone rimaste senza casa dopo l’incendio della Torre dei Moro in via Antonini, a Milano. “Abitavo in una villetta alla base della torre – racconta a Fanpage.it -. Una volta incendiata la torre si è incendiata casa mia. C’era veramente tutta la nostra vita lì”.
A cura di Francesco Loiacono
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"Abitavo in una villetta alla base della torre. Una volta incendiata la torre si è incendiata casa mia. Avevo un terrazzo sia piantumato, sia con l'arredo di legno, di cui non è rimasto nulla: tutto distrutto". Solange Marchignoli, avvocato penalista che assiste tra i suoi clienti anche l'ex modella Nina Moric, è una delle 58 persone rimaste senza casa dopo l'incendio della Torre dei Moro in via Antonini, a Milano. In alcuni filmati inviati a Fanpage.it ha mostrato le immagini della devastazione che le fiamme hanno portato nel giardino. Ma anche in casa, purtroppo, i danni sono stati ingenti: "Ha preso fuoco la porta che era di legno e la finestra, ho la tenda bruciata dove c'era il contrabbasso. Per fortuna i vigili del fuoco sono entrati una prima volta per cercare i miei due gatti, poi salvati in un secondo accesso, e hanno spento il fuoco che si trovava dentro al salotto. Le fiamme non si sono propagate alle camere, che sono intatte. Meno fortunati i pianoforti che avevo in sala e altri strumenti musicali, come il violoncello".

Il pensiero per chi ha perso un cane o un gatto: "È terribile"

Parla con l'animo affranto di chi è musicista l'avvocato Marchignoli, che ci tiene a sottolineare il suo diploma al Conservatorio come flautista. "Vivo di musica, respiro musica da quando sono piccolina. Gli strumenti musicali si possono ricomprare, ma c'è un'intimità tra un musicista e il suo strumento che non potrà mai essere ricreata". Un'intimità ovviamente ancora maggiore è quella che si crea con i propri animali domestici. Non tutti quelli che abitavano nella Torre ce l'hanno fatta: "Mi addolora molto, avendo fatto le corse per recuperare e salvare i miei gatti. Mi rendo conto che chi ha perso i propri animali possa essere distrutto: stare fuori e sapere che c'è il tuo animaletto tra le fiamme e che non puoi fare nulla è terribile". Molti degli inquilini del grattacielo andato a fuoco domenica pomeriggio erano usciti con pochi effetti personali, immaginando di poter rientrare poco dopo nelle loro abitazioni. Le fiamme che però hanno avvolto il grattacielo come una torcia hanno sorpreso tutti: "A un certo punto non era più possibile tornare dentro e quindi in quel momento è scattato il senso di colpa, il pensiero: ‘se lo avessi preso prima'".

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Sul perché la facciata esterna della Torre abbia preso fuoco così in fretta l'avvocata non fa al momento ipotesi, ma preferisce aspettare l'esito delle indagini: "Quando tu vai a vivere in una casa non ti preoccupi che possa incendiarsi, almeno io non ci avevo pensato. Ho parlato con la dottoressa Siciliano (il magistrato che coordina l'inchiesta per disastro colposo, ndr), le indagini sono in corso e lei è al corrente del tipo di materiale, chi l'ha fornito, chi l'ha montato. Ha tutte le informazioni necessarie. Questo lo dico anche per spegnere le polemiche: è stato un disastro materiale ma soprattutto emotivo, in questo clima le informazioni viaggiano alla velocità del suono e non sempre sono corrette e questo può essere pericoloso per aziende che nulla c'entrano".

L'avvocata non era in casa al momento del rogo: "Un amico mi ha inviato un video"

"È stato un disastro emotivo", ripete l'avvocato. Che per lei è iniziato con un video del palazzo in fiamme inviatole da un amico: "Non ero in casa al momento del rogo, ero in Liguria. Un amico mi ha mandato un video dicendomi: ‘Ma è casa tua?'. Io all'inizio l'ho presa sullo scherno, perché come fai a immaginare una cosa del genere? Allora ho chiamato i miei vicini e ho sentito urlare ‘scappa, scappa', ho sentito chiedere aiuto, e allora ho dedotto che era tutto tristemente vero. Perché dalla Torre cadevano i pezzi in fiamme e non era sicuro neanche scappare". A quel punto è iniziata una corsa disperata in auto per tornare verso ciò che restava di casa sua.

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Adesso lei è ospitata dalla mamma e pensa a ciò che stanno passando i suoi due figli: "Fa male guardare i propri figli e vederli così in difficoltà, anche perché sappiamo che saranno gli adulti di domani. Mia figlia 13enne è gravemente turbata, quello di 8 un po' meno. Mi ha detto: ‘Mamma, la mia Playstation…' Forse fa un po' sorridere, ma era ovviamente il suo mondo. Poi si ricomincia per l'amor di Dio, siamo tutti vivi e quello è fondamentale". Il legame con quella che fino a pochi giorni fa era la sua casa è ovviamente ancora molto forte. "Siamo lì tutti i giorni dalle 8 del mattino al tramonto, perché siamo attaccati alla nostra vita, alle nostre abitudini, al nostro palazzo. I vigili del fuoco ti chiamano con una videochiamata, tu vedi casa tua distrutta, illuminata dalla torcia che hanno in testa e li guidi: ‘Quei vestiti sono lì, l'orologio è lì'. Ma ci sono persone che non hanno più davvero nulla. In alcuni casi gli appartamenti sono esplosi: a giocare un ruolo fondamentale è stato anche il gas, che ha portato le fiamme all'interno degli appartamenti e li ha fatti esplodere".

C'è chi, anche di fronte a un evento così drammatico, ha sollevato polemiche sottolineando i prezzi delle case della Torre. L'avvocata replica: "I leoni da tastiera ci sono… Era una torre fatta di persone, ho visto anziani che piangevano e dicevano ‘questa era la casa della nostra vita'. Indubbiamente era un bel luogo fatto da persone che amavano la propria casa. Non c'entra il lusso, c'erano coppie sposate con bambini, famiglie che avevano fatto mutui. C'era veramente tutta la nostra vita lì".

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