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Incendio Milano, brucia grattacielo in via Antonini

Incendio Milano, ipotesi sulle cause: “Rifiuti al 15esimo piano andati a fuoco con l’effetto lente”

Sul balcone dell’abitazione al quindicesimo piano della Torre dei Moro, distrutta da un incendio lo scorso 29 agosto a Milano, c’erano dei rifiuti. A dirlo è stato il proprietario dell’appartamento agli inquirenti che, grazie al lavoro dei vigili del fuoco, sono più vicini a stabilire le cause del rogo. Questi si sarebbe scatenato per via dell’effetto lente: un oggetto di vetro avrebbe riflesso i raggi del sole in direzione del materiale posto sul balcone, generando l’inferno di fuoco che ha devastato il grattacielo.
A cura di Filippo M. Capra
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Si delineano con maggiore chiarezza le cause che hanno portato al devastante incendio di domenica 29 agosto a Milano, in via Antonini, quando da un rogo partito dal quindicesimo piano della Torre dei Moro ha in poco tempo distrutto l'intero palazzo. I vigili del fuoco hanno ormai accertato che le fiamme siano scaturite dall'appartamento del terzultimo livello abitativo, senza però arrivare, almeno fino ad oggi, a una risposta certa sull'accaduto e sull'origine dell'incendio. Ma a seguito della nuova deposizione, questa volta in presenza dopo le prime in videoconferenza, del proprietario della casa, ora appare tutto un po' più chiaro.

Rifiuti sul balcone dell'appartamento al quindicesimo piano

L'uomo a cui è intestato l'appartamento in questione, un anziano che si trovava in vacanza dallo scorso giugno, motivo per cui aveva staccato la luce, ha detto agli inquirenti che sul balcone dell'abitazione aveva lasciato alcuni rifiuti. Le fiamme, quindi, si sarebbero generate proprio a partire dalla combustione dei medesimi per poi propagarsi all'interno della casa e lungo tutto il rivestimento e negli altri piani, fino a ridurre la Torre dei Moro ad uno scheletro. Per questo motivo, i vigili del fuoco hanno dichiarato che l'incendio sia partito per causa accidentale.

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Il rogo si sarebbe scatenato per via del cosiddetto effetto lente: un oggetto di vetro avrebbe riflesso i raggi del sole sul materiale lasciato sul balcone surriscaldandolo. Inoltre, secondo quanto riportato dall'Ansa, il proprietario dell'abitazione in questione del quindicesimo piano, sarebbe un ingegnere esperto di sistemi antincendio. Tra le altre cose, si sarebbe occupato anche delle porte antincendio di tutto il palazzo.

Indagine sui pannelli che rivestivano il grattacielo

Restano però ancora molte domande senza risposta su cui gli investigatori stanno indagando. La principale riguarda l'omologazione dei pannelli con cui il palazzo era rivestito, scioltisi come burro in meno di dieci minuti. I pannelli, spacciati come ignifughi a detta degli inquilini della torre, erano al contrario altamente infiammabili.

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Gli inquirenti dovranno quindi stabilire se per i materiali usati sia stato fatto un uso corretto rispetto alla loro omologazione. Nella settimana che sta per cominciare, verranno ascoltati anche tecnici e responsabili di tutte le società coinvolte nella costruzione dell'edificio che ora è stato posto sotto sequestro dalla Procura per rischio crolli.

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