Incendio alla Rsa di Milano, la telefonata ai soccorsi sarebbe partita in ritardo: indaga la Procura
Emergono nuovi dettagli sull'incendio divampato nella Rsa di Milano, che ha causato la morte di 6 persone e l'intossicazione di altre 81. Secondo quanto ricostruito finora, sarebbero trascorsi circa 15 minuti fra la prima telefonata alla reception della casa di riposo che denunciava l'incendio e la richiesta di soccorso ai Vigili del fuoco.
La telefonata alla reception
Dal verbale della custode du turno la notte fra giovedì 6 e venerdì 7 luglio alla cada di riposo dei coniugi, in via dei Cinquecento a Milano, emergerebbe che la prima telefonata che denunciava la presenza di fiamme all'intento della struttura sarebbe stata effettuata proprio da una delle due donne che poi è morta carbonizzata.
La custode ha dichiarato agli agenti della Questura che "verso l'una" del 7 luglio dalla stanza 605 sarebbe arrivata una telefonata in reception per chiedere aiuto. La donna, di 54 anni, è salita a controllare insieme all'addetto antincendio che era presente nella Rsa a causa del malfunzionamento dell'impianto di rilevazione dei fumi.
Secondo le indagini, infatti, il sistema antincendio era fuori uso da oltre un anno e mezzo e, visto che non era ancora stato riparato, anche a causa di un'interdittiva antimafia che ha bloccato la prima gara d'appalto, la società di gestione della Rsa aveva incaricato una ditta esterna di fornire durante la notte un operatore specializzato che potesse rilevare eventuali incendi.
La richiesta dei soccorsi
La receptionist e l'operatore antincendio sarebbero quindi saliti al primo piano poco dopo l'una e quindi subito dopo aver ricevuto la telefonata di una delle ospiti della casa di riposo, che ha dato l'allarme. "Quando siamo arrivati al corridoio era tutto pieno di fumo denso, non si respirava", riferisce nel verbale di polizia riportato dal Corriere della sera.
Prima di chiamare i Vigili del fuoco, i due avrebbero provato a gestire autonomamente la situazione. Ma questo avrebbe fatto perdere minuti preziosi ai soccorsi. La telefonata al 115 è quindi partita soltanto all'ora 1,18. Anche su questo stanno indagando i pm Tiziana Siciliano e Maura Ripamonti.