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Incendio a Milano, la solidarietà di quartiere: un centro estivo per bimbi e posti per smartworking

Nella Torre dei Moro di via Antonini 32 e 34 sono molti gli inquilini che non possono fare affidamento su famiglie e parenti in città. Quella andata in fumo domenica scorsa era la loro unica casa. Per loro il quartiere si è attivato con diverse iniziative di solidarietà. Tra queste anche un centro estivo per bambini e anche delle postazioni per lo smartworking.
A cura di Simona Buscaglia
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In foto alcuni degli inquilini del grattacielo andato a fuoco in via Antonini che attendono di poter recuperare beni di prima necessità
In foto alcuni degli inquilini del grattacielo andato a fuoco in via Antonini che attendono di poter recuperare beni di prima necessità

Non tutti gli inquilini della Torre dei Moro in via Antonini 32 possono contare su parenti o famiglie di supporto in città. C'è anche chi si deve arrangiare, ringraziando tutti coloro che decidono di dare una mano. "La solidarietà più grossa si ha dai colleghi, che diventano amici, e dal vicinato" ribadiscono tutti gli inquilini incontrati in coda sotto il grattacielo andato a fuoco domenica, ancora oggi in attesa di poter recuperare qualcosa da quella che fino a pochi giorni fa era la loro casa. Proprio dal quartiere è arrivato un aiuto anche per chi, con bambini piccoli, non sa a chi affidarli: "La scuola primaria di via dei Bognetti, in una via qui vicino, si è attivata per creare un centro estivo per tenere i bambini – racconta a Fanpage.it Marco, impiegato in una compagnia aerea e proprietario di un appartamento nel grattacielo – stanno andando mia figlia e mia nipote, ma ci sono altri bambini di altri inquilini. Abbiamo fatto un passaparola tra di noi per informare anche altri di questa possibilità. Dall’inizio questa scuola si è offerta di tenere i bambini occupati fino alle quattro e mezza del pomeriggio, è un grande aiuto".

Tra gli inquilini tanti lavoratori: alcuni hanno chiesto una pausa, per altri sono attive delle postazioni di smartworking

Nel grattacielo che è andato a fuoco nella periferia sud di Milano abitano tanti lavoratori. "In molti abbiamo chiesto una pausa dal lavoro ma non possiamo stare fermi ad aspettare, bisogna rimboccarsi le maniche – ha aggiunto Marco – Io lavoro per una compagnia aerea, per me non esiste smartworking. Per chi invece può lavorare da casa sono state organizzate delle postazioni dove poter fare smartworking". Sono stati diversi gli inquilini che hanno detto di voler continuare a lavorare, anche per cercare di "staccare un momento la testa" dalla tragedia che li ha investiti. "Se chi scrive sui social che questo era un ‘palazzo da ricchi' venisse qui a vedere vedrebbe che siamo tutti lavoratori – ha spiegato Marco – mio cognato è un avvocato ha preso la casa con le sue forze, ci sono medici e infermieri, ci sono tutti i ceti sociali. Mi sembra quasi che sia diventato un peccato potersi prendere una casa in un contesto carino con i sacrifici di una vita".

Un inquilino della Torre dei Moro: "Se non ci sospendono il mutuo andare in affitto sarà davvero pesante"

Il grattacielo in via Antonini dopo tre giorni dall'incendio. In foto il lato dell'edificio che è stato meno coinvolto dalle fiamme
Il grattacielo in via Antonini dopo tre giorni dall'incendio. In foto il lato dell'edificio che è stato meno coinvolto dalle fiamme

Sono in molti a chiedersi il futuro che li attende, quando e se potranno rientrare nelle loro case. Alcuni appartamenti infatti non sono stati bruciati dalle fiamme ma rimangono in un contesto che non si sa quando potrà tornare ad essere abitabile: "Il successo più grosso è stato quello di non avere vittime, però noi abitiamo qui da due anni, prima abitavamo fuori Milano, e non sappiamo se e quando potremo entrare nel palazzo – ha concluso Marco – Se il mutuo non ce lo sospendono andare in affitto diventa davvero pesante".

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