Incendio a Milano, la copertura del grattacielo bruciato non era in Alucobond
Non era Alucobond il materiale utilizzato per la copertura della facciata della Torre dei Moro, il grattacielo bruciato in via Antonini a Milano domenica pomeriggio. A chiarirlo è stata la stessa azienda tedesca che produce e commercializza il materiale – che è un marchio registrato -, la 3A Composites: "Alla luce del recente incendio alla Torre dei Moro di Milano, la Direzione di 3A Composites esprime solidarietà a tutte le persone colpite da questa sciagura – è l'inizio di una nota apparsa sul sito della società -. A differenza di quanto affermato da alcuni media, il pannello composito di alluminio (ACM) utilizzato nella Torre dei Moro di Milano non era Alucobond prodotto da 3A Composites. 3A Composites in qualità di produttore responsabile è consapevole del ruolo fondamentale che i materiali da costruzione stanno svolgendo in materia di sicurezza, e di conseguenza sostiene e avalla normative chiare e rigorose per quanto riguarda la protezione e la sicurezza in caso di incendio".
"Alucobond è il nome commerciale di un prodotto ben preciso, quello che produciamo noi e nessun altro – ha poi precisato al quotidiano "La Repubblica" Paolo Lattuada, responsabile italiano dell'azienda tedesca -. È entrato nel linguaggio comune degli addetti ai lavori per indicare anche altri tipi di rivestimenti, ma Alucobond è un materiale che produciamo solo noi e noi non abbiamo rivestito la Torre dei Moro".
Per la copertura utilizzato un materiale "similare" all'Alucobond
Già sul sito dell'azienda tedesca si poteva e si può leggere che il "vero" Alucobond è un "pannello composito costituito da due lamiere esterne di alluminio e un nucleo di sostanze minerali difficilmente infiammabili o ignifughe". Una descrizione che poco si concilia con le immagini della "vela" del grattacielo bruciata come una torcia imbevuta di alcol, nel giro di pochi minuti. Ma allora in che materiale era stata realizzata la facciata del grattacielo, probabile "acceleratore" delle fiamme? In una delle schede tecniche sul lavoro di rivestimento del grattacielo, l'azienda che si è occupata dell'esecuzione, la Cantori Srl, scriveva che la copertura sarebbe stata realizzata in "pannelli compositi in Alucobond o similari". Quale tipo "similare" di rivestimento sia stato utilizzato lo dovrà accertare la procura, che indaga per disastro colposo: il sospetto però è che tra i fogli di alluminio che abbellivano la facciata della "nave" di via Antonini sia stato utilizzato un materiale plastico, probabilmente il polietilene, meno resistente al fuoco ma il cui utilizzo comunque all'epoca di realizzazione del grattacielo, finito nel 2011, era consentito.