Incendio a Milano, il grattacielo brucia ancora. La rabbia dei condomini: “Doveva essere ignifugo”
Sarà la magistratura a fare luce sulle cause dell'incendio che dal pomeriggio di ieri, domenica 29 agosto, ha distrutto un palazzo di 20 piani a Milano. Il rogo nel grattacielo noto come "Torre dei Moro" in via Antonini, alla periferia sud del capoluogo lombardo, stando a quanto riportano i vigili del fuoco è ancora in fase di spegnimento, anche se sotto controllo. Le fiamme, secondo i pompieri, hanno interessato la struttura esterna del palazzo, costruito dieci anni fa, ma non avrebbero intaccato la struttura centrale in cemento armato: ragione per la quale il palazzo non rischia di collassare, a differenza della struttura esterna metallica dalla quale già nel pomeriggio di ieri si erano distaccate parti e detriti ancora in fiamme.
Non ci sono state vittime
Fortunatamente, nonostante la velocità con la quale il rogo si è propagato e la violenza delle fiamme, non ci sono state vittime, come ha riferito nella serata di ieri il sindaco Beppe Sala, presente sul posto durante le lunghe operazioni di soccorso. Una ventina di persone sono state medicate sul posto per lievi intossicazioni, anche se ovviamente resta il dramma di decine di famiglie che hanno perso tutto nel giro di poche ore. Sono 60 i nuclei familiari che erano ospitati nella torre, per un totale di 150 persone. Molte non erano presenti all'interno al momento del rogo: tra loro anche il cantante Mahmood, proprietario di uno degli appartamenti all'interno della torre. Gli sfollati che non avevano parenti o amici che potessero ospitarli hanno trovato ospitalità in alcuni alberghi cittadini.
Il giallo del materiale isolante che rivestiva l'edificio: "Era ignifugo"
Adesso l'attenzione è tutta volta alle cause che hanno determinato un episodio così grave che a molti ha ricordato la tragedia della Grenfell Tower a Londra. Uno dei residenti ha ricordato come agli inquilini fosse stato detto che i pannelli di rivestimento fossero ignifughi. Mentre sul sito dell'azienda che si è occupata del cappotto termico (diverso dalla "vela" esterna), la Isover Saint-Gobain, si può ancora leggere: "Trattandosi di un edificio di notevole altezza con una particolare criticità nei riguardi della protezione da un incendio esterno alla facciata, per l’isolamento a cappotto è stato scelto un materiale isolante incombustibile come la lana di vetro al posto del materiale isolante plastico comunemente utilizzato in questa applicazione". Non è ancora chiaro ovviamente cosa abbia bruciato: il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e il pubblico ministero Pasquale Addesso apriranno un fascicolo con l'ipotesi di reato di disastro colposo.