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Incendio a discarica Mortara, l’ex moglie del titolare arrestato: “Mio marito finse un malore”

Secondo la testimonianza dell’ex moglie del titolare dell’impianto Eredi Bertè a Mortara, che prese fuoco a settembre 2017, il marito le avrebbe confessato di essere stato lui ad appiccare le fiamme, spiegando anche il modo e lo strumento utilizzato per dare il via al rogo. Successivamente, davanti ai carabinieri, avrebbe finto un malore, facendosi ricoverare in ospedale. Nelle fiamme bruciarono 17 mila tonnellate di rifiuti pericolosi.
A cura di Simona Buscaglia
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"Mio marito Vincenzo Bertè e il Biani confrontandosi tra loro sono giunti alla conclusione che l'unico rimedio per risolvere la situazione era quella di dare fuoco all'impianto". Queste le parole, secondo quanto riporta l'Ansa, dell'ex moglie del titolare della ditta di trattamento di rifiuti ‘Eredi Bertè' di Mortara, in provincia di Pavia, finito in carcere per aver bruciato, il 6 settembre 2017, circa 17mila tonnellate di rifiuti pericolosi. La donna avrebbe raccontato questa versione dei fatti agli inquirenti in merito alla "decisione", presa dall'ex e da un altro amministratore, di provocare il rogo.

L'ex moglie: L'unico modo per evitare la chiusura dell'impianto era incendiare i rifiuti

Nel verbale della testimonianza si legger: "L'unico sistema di evitare la chiusura dell'impianto e il definitivo tracollo economico era quello di incendiare i rifiuti per ottenere un indennizzo assicurativo non solo per l'incendio ma anche per lo smaltimento dei rifiuti". A confidarle tutto sarebbe stato proprio l'ex marito che disse di esser stato "proprio lui personalmente ad appiccare le fiamme con un accendino Bic di colore nero". L'uomo poi, sempre secondo il racconto della donna, "aveva chiesto al custode" di mettere "il muletto sotto il capannone dove c'era lo stoccaggio della carta e di staccare i contatti in modo da far ritenere un corto circuito".  L'uomo sarebbe stato poi ricoverato all' Ospedale di Mede "fingendo un malore" ha aggiunto l'ex moglie. L'incendio era servito a "mascherare il surplus di rifiuti stoccati in azienda, derivanti dai conferimenti sottocosto da parte degli abituali conferitori".

Tre arresti questa mattina e sequestri per due milioni di euro

Tre persone sono state arrestate nella mattinata di oggi, giovedì 7 ottobre, con l'accusa di avere causato un incendio all'interno della ditta "Eredi Bertè" che si occupava di rifiuti speciali a Mortara, comune in provincia di Pavia, nel 2017. Gli arresti sono stati eseguiti nelle prime ore di questa mattina dai carabinieri forestali di Pavia e dalla guardia di finanza. I tre arrestati, di cui due erano i gestori dell'impianto, sono accusati di traffico illecito di rifiuti, incendio doloso, utilizzo ed emissione di fatture false, bancarotta fraudolenta, riciclaggio e autoriciclaggio. Dopo l'incendio la ditta è stata dichiarata fallita.

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