Incassa per 3 anni il reddito di cittadinanza senza averne diritto: Riccardo Bossi condannato a 2 anni e 6 mesi
È stato condannato in primo grado, con rito abbreviato, a 2 anni e 6 mesi Riccardo Bossi. Il figlio primogenito del fondatore della Lega Umberto, è stato ritenuto responsabile di false attestazioni per l'ottenimento del reddito di cittadinanza. La pm Nadia Calcaterra, che ha coordinato le indagini, aveva chiesto una condanna a 2 anni e 4 mesi. La gup del Tribunale di Busto Arsizio (in provincia di Varese) Veronica Giacoia ha disposto una provvisionale di 15mila euro nei confronti dell'Inps.
Stando a quanto ricostruito dagli investigatori, Bossi tra il 2020 e il 2023 avrebbe incassato indebitamente il reddito di cittadinanza. Ovvero, 280 euro al mese per 43 mesi, arrivando a una cifra complessiva pari a 12.800 euro. L'erogazione del reddito di cittadinanza era collegata al canone di locazione di un appartamento dal quale, però, Bossi era già stato sfrattato da un anno, nel 2019, per non aver pagato l'affitto.
Il caso era stato scoperto in seguito a un controllo a campione della guardia di finanza tra i precettori del sussidio. A Bossi, ex pilota di rally classe 1979, è stato contestato l'aver dichiarato il falso quando ha presentato i documenti necessari per l'ottenimento del reddito di cittadinanza, in particolare la dichiarazione sostitutiva unica ‘Inps Isee'. La pm, davanti alla quale l'imputato si era avvalso della facoltà di non rispondere, aveva chiesto una condanna a 2 anni e 4 mesi, mentre la giudice ha deciso di aumentarla di 2 mesi.