Incassa illecitamente per 3 anni il reddito di cittadinanza, Riccardo Bossi condannato: “Faremo ricorso”
Riccardo Bossi, figlio primogenito del fondatore della Lega Umberto Bossi, è stato condannato in primo grado a due anni e sei mesi perché per tre anni avrebbe percepito illecitamente il reddito di cittadinanza. "Proporremo appello non appena avremo le motivazioni", ha commentato il suo avvocato, Federico Magnante. Le indagini, coordinate dalla pm Nadia Calcaterra, avrebbero rivelato che Bossi avrebbe incassato il sussidio senza averne i requisiti e dichiarando il falso. L'erogazione infatti doveva fungere a Bossi come sostegno economico per pagare l'affitto di un appartamento, dal quale l'uomo però era già stato sfrattato nel 2019, proprio perché aveva smesso di versare il canone mensile.
Bossi, 45enne ex pilota di Rally, avrebbe quindi percepito indebitamente il reddito di cittadinanza per tre anni, tra il 2020 e il 2023, e avrebbe così incassato 43 mensilità, ciascuna da 280 euro, per un totale di 12.800 euro ricevuti, secondo la giudice del Tribunale di Busto Arsizio, senza averne diritto. L'uomo era stato scoperto dalla Guardia di Finanza, che lo aveva individuato durante un controllo campione sui percettori di reddito. In particolare Bossi aveva fornito una falsa dichiarazione Isee, uno dei documenti da presentare obbligatoriamente per ricevere il sussidio.
Al termine del processo, che si è svolto con rito abbreviato, la giudice per l'udienza preliminare Veronica Giacoia ha disposto per Bossi il pagamento di una provvisionale di 15mila euro nei confronti dell'Inps. La giudice del tribunale ha anche deciso di condannarlo in primo grado a due anni e sei mesi, superiori ai due anni e quattro mesi chiesti dalla pm Nadia Calcaterra.