In quali comuni della Lombardia non riapriranno le scuole il 10 gennaio
Sono almeno tre i comuni che non riapriranno le scuole nella giornata di domani, lunedì 10 gennaio. Tutti e tre si trovano nella provincia di Milano: si tratta delle amministrazioni di Cisliano, Albairate e Cassinetta di Lugagnano che hanno deciso di lasciare chiuse – sulla scia della linea adottata dalla Regione Campania – gli istituti scolastici almeno fino al 14 gennaio. Venerdì infatti i sindaci Luca Durè di Cisliano, Flavio Crivellin di Albairate e Domenico Finiguerra di Cassinetta hanno adottato un'ordinanza e stabilito che, a causa della crescita dei contagi, le scuole dell'infanzia ed elementari saranno chiuse.
Le scuole nella provincia di Brescia e Cremona
Il sindaco Finiguerra, in un lungo post su Facebook, ha scritto: "Ricordo che sono oltre duemila i presidi che stanno chiedendo il differimento dell'apertura in presenza delle scuole soprattutto in Lombardia". Nella provincia di Brescia, nessun Comune – almeno per il momento – ha deciso di prorogare la chiusura delle scuole. Resta alta la preoccupazione però per le assenze tra personale amministrativo, docenti e studenti assenti perché positivi al Covid o contatti stretti. All'8 gennaio gli allievi delle superiori in quarantena erano circa l'8 per cento.
Anche nella provincia di Cremona sono diversi gli studenti preoccupati dal rientro a scuola: "Ci sono degli esperti che devono verificare se si può attuare la scuola in presenza, ma molti studenti hanno paura", racconta Laurentio Strimbanu, presidente della Consulta degli studenti della provincia, al quotidiano "Cremonaoggi". In tantissime scuole del cremonese, sono molti gli studenti, gli insegnanti e il personale che è risultato positivo al Covid e quindi rimasto a casa. Al liceo scientifico Aselli, per esempio, dove le lezioni sono riprese nei giorni scorsi, sono 12 i docenti assenti, sessanta gli studenti positivi e un centinaio i ragazzi in Dad.
Lo sciopero indetto nella provincia di Varese
La paura dei giovani cremonesi è condivisa anche dai ragazzi della provincia di Varese che lunedì 10 gennaio hanno deciso di indire uno sciopero. La manifestazione ha l'obiettivo di mostrare il proprio dissenso "contro l'atteggiamento del Governo perché, nonostante l'elevato numero di contagi, ha deciso di riaprire le scuole con nuove direttive che non ci fanno sentire sicuri". Gli studenti, che non hanno previsto né cortei o raduni per evitare assembramenti, chiedono di poter fare per almeno due/tre settimane lezioni in Dad fino a quando la curva dei contagi non si contrarrà. Non va meglio nella provincia di Mantova dove venerdì, quando hanno riaperto alcune scuole, sono state registrate tra il 10 e il 20 per cento di assenze tra studenti e professori.