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In molti scrivono ad Alessia Pifferi: cosa le dicono e chi sono

Ad Alessia Pifferi, la donna in carcere con l’accusa di aver lasciato morire di stenti la figlia di 18 mesi, scrivono in molti: c’è chi chiede come poterla aiutare e chi le vuole mandare dei soldi. Lei resta in isolamento in cella.
A cura di Giorgia Venturini
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Sono tante le persone che scrivono ad Alessia Pifferi, la donna in carcere con l'accusa di aver abbandonato a casa da sola per sei giorni la figlia di 18 mesi e di averla lasciata morire di stenti. In molti cercano di farle arrivare messaggi tramite il suo avvocato Solange Marchignoli: nei messaggi le persone scrivono come possono aiutarla. Se possono inviarle soldi oppure comprare qualcosa che la può aiutare dal carcere. E ancora, c'è chi vorrebbe inviarle scarpe e vestiti. C'è chi non vuole che Alessia Pifferi venga lasciata sola: così arrivano messaggi di persone che si offrono di aiutarla.

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Alessia Pifferi dal carcere non ha più sentito il compagno

L'avvocato Solange Marchignoli aveva fatto sapere a Fanpage.it che più volte aveva provato a mettersi in contatto con il compagno della donna, senza mai riuscirci. Il suo telefono dava sempre staccato. Nei giorni scorsi però l'uomo aveva parlato con gli inquirenti confermando che "quando veniva qui da me Alessia era sempre sola, senza Diana. Premetto che a me avrebbe fatto piacere vederla, ma lei diceva che almeno così respirava un po'". Diana era proprio nata nella casa dell'uomo a Leffe, in provincia di Bergamo: la piccola non era sua e dopo poco la coppia si è separata per riavvicinarsi solo pochi mesi fa. I nome del padre di Diana Alessia Pifferi lo ha confessato solo pochi giorni fa dopo che per settimane aveva riferito di non conoscere la sua identità. 

La madre: Mia figlia è un mostro

Chi non ha mai voluto più parlare con Alessia Pifferi sono state la madre e la sorella. Da loro arrivano insulti di ogni genere: "Mia figlia è un mostro per quello che ha fatto a Diana", aveva precisato la madre anche più volte durante il funerale della nipotina. L'indagata solo una volta è riuscita a mettersi in contatto con loro. Alessia Pifferi da settimane vive in isolamento in carcere. Non ha con se nulla con cui potrebbe farsi del male, neanche una biro. In cella è sorvegliata 24 ore su 24 perché si teme possa togliersi la vita.

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