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In migliaia in coda per i pacchi di cibo da Pane Quotidiano: “A Natale attesi 4.500 ospiti, sempre più famiglie”

“A Natale contiamo di distribuire cibo ad almeno 4.500 persone. Ai bambini distribuiremo anche qualche giocattolo”: l’intervista al vice-presidente di Pane Quotidiano di Milano Luigi Rossi.
A cura di Giorgia Venturini
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Non per tutti Natale è sinonimo di pranzi abbondanti in famiglia e di lunghe tavolate con almeno tre portate. A Milano, così come in tante altre città, c'è chi anche il 25 dicembre si mette in fila la mattina per ritirare i pacchi di viveri da Pane Quotidiano, ovvero la onlus con sede in viale Toscana e viale Monza che assiste le persone indigenti offrendo cibo senza chiedere documenti né altro. Con il passare degli anni le code la mattina fuori dalle loro sedi si allungano sempre di più. A Natale non ci sarà nessuna eccezione: sono attese oltre 4.500 persone e tanti volontari sono pronti ad accoglierle per distribuire loro cibo a lunga conservazione.

Ma perché a Milano questa coda aumenta e non si riduce? Cosa succederà il giorno di Natale? A Fanpage.it lo ha spiegato il vice-presidente di Pane Quotidiano Luigi Rossi.

Come siete organizzati per Natale?

Noi anche quest'anno, siccome Natale non cade di domenica, siamo aperti. E lo siamo anche domani che è la vigilia. La razione di cibo il 25 dicembre sarà più ricca perché i nostri sostenitori, ovvero aziende produttrici di alimenti, ci omaggiano anche di pandori e panettoni che distribuiremo proprio quel giorno.

Quante persone sono attese per Natale?

A livello di numeri siamo in una situazione abbastanza drammatica. Questa mattina alle 9.15 avevamo raggiunto già le mille persone. Oggi sicuro ci siamo avvicinati ai 5mila perché stamattina la coda era molto lunga.

Solitamente tra viale Toscana e viale Monza il numero di passaggi è di 4.500 ospiti al giorno. Nell'arco di un anno contiamo più di un milione e mezzo di passaggi. Anche a Natale sicuramente avremo almeno 4.500 persone. Ai bambini distribuiremo anche qualche giocattolo.

Avete registrato un aumento rispetto agli anni passati? 

Negli ultimi tempi le persone sono aumentate. Negli ultimi tre o quattro anni abbiamo contato un 15 per cento in più di ospiti. Questo numero è abbastanza stabile ora.

Da cosa è dipeso questo aumento? 

Il conflitto russo-ucraino ha sicuramente portato nuovi ospiti. Poi il potere di acquisto a Milano si è eroso ancora di più rendendo i costi della vita sempre più complicati. Milano ha tutti i pregi e difetti di una grande città europea: però per chi percepisce una pensione da mille euro al mese, così come per chi ha uno stipendio di 1.300/1.400 euro al mese, vivere a Milano è impossibile.

Qual è l'età media dei vostri ospiti? 

Ci sono tantissimi pensionati, ma si iniziano a vedere anche sempre più famiglie. Da sempre ci sono famiglie di extracomunitari ma da un po' di tempo anche coppie italiane di marito e moglie che vengono a prendere cibo da noi. Anche con un'età nel pieno della forza lavorativa: magari non riescono a trovare un lavoro o forse hanno stipendi troppo bassi.

In città mancano delle realtà come la vostra per sanare questi tipi problemi? 

Milano riesce a risolvere l'emergenza cibo. Tra Pane Quotidiano e le mense per i clochard, riusciamo a soddisfare questa esigenza. Da noi non vengono i senzatetto, noi distribuiamo alimenti per chi ha una casa. Non distribuiamo cibi freschi o cotti, ma alimenti che si possono conservare. Da noi viene chi una volta ritirato il pacco di pasta ha un posto dove cuocerla. Nelle mense invece i clochard vanno a consumare il pasto.

Sul fronte dei dormitori, Milano è meno coperta. Anche se questo settore deve affrontare più difficoltà rispetto a quello che si occupa della distribuzione del cibo.

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