In Lombardia sono 299 gli operatori sanitari no vax sospesi
Dagli ultimi dati disponibili, fermi al 14 settembre, gli operatori sanitari sospesi dal loro impiego nelle strutture pubbliche perché si sono rifiutati di sottoporsi al vaccino anti-Covid sono 299 su un totale di circa 85 mila persone che fanno parte del comparto. Una piccola percentuale quindi, che indica un numero esiguo di non aderenti alla campagna vaccinale e una conseguente copertura oltre al 99 per cento.
Chi sono gli operatori sanitari che sono stati sospesi?
Se andiamo ad analizzare più da vicino i dati, vedremo che la maggior parte di quei 299 sono per lo più infermieri, circa 179, seguiti poi da 44 operatori sanitari e 29 tecnici-sanitari. Solo 22 sono infatti medici e odontoiatri. Ci sono poi 16 sanitari del personale di riabilitazione e quattro dirigenti sanitari. La sospensione notificata, secondo il decreto legge del governo che obbliga gli operatori sanitari a sottoporsi alla vaccinazione anti-Covid, implica anche il congelamento dello stipendio. I numeri sono comunque ancora provvisori perché la procedura totale è lunga e prevede diversi passaggi.
Sempre dai dati forniti dalla direzione generale welfare di Regione Lombardia sono 6.621 gli operatori sanitari che non risultavano vaccinati ai quali è stata inviata la lettera. Di questo gruppo, quelli che lavorano nel pubblico sono 1.016. Quali sono gli step della procedura di sospensione? Dopo una prima scrematura viene inviata la lettera al datore di lavoro al soggetto e all’ordine professionale, e dopo una prima verifica l’Ats (Agenzie di tutela della salute) invia l’accertamento solo quando non riceve nessuna risposta o un rifiuto