In Lombardia slitta di un mese la vaccinazione anti Covid degli anziani: “fase due” a fine marzo
Si allungano i tempi per le vaccinazioni anti Covid. A causa dei ritardi nelle consegne da parte delle case farmaceutiche produttrici slitta la conclusione della prima fase, che riguarda sanitari e ospiti delle Rsa, e della prima fase "bis", che allarga la platea a disabilità e altri professionisti. Il tutto dovrebbe concludersi "attorno al 25-26 marzo" e solo a quel punto potrà iniziare la fase due, quella che riguarda prima le persone con più di 80 anni, poi i pazienti cronici fragili e infine i cittadini tra 60 e 79 anni.
Si allungano i tempi per le vaccinazioni anti Covid in Lombardia
L'aggiornamento del piano vaccinale è stato comunicato dalla vicepresidente e assessore al Welfare, Letizia Moratti, alla commissione sanità del consiglio regionale. Regione Lombardia nelle ultime ore, infatti, ha comunicato di aver definito con le due aziende Pfizer e Moderna il calendario settimanale delle consegne per il mese di febbraio. Sono attese oltre 400mila dosi. In totale finora in Lombardia sono state somministrati circa 240 mila vaccini.
Fase due inizierà dopo la fine di marzo
"Per il 5 marzo prevediamo, se non ci sono modifiche nel piano, di arrivare al completamento della fase uno. Dal 5 marzo parte la fase 1 bis", ha spiegato Moratti, "che comprende la residenzialità psichica, l'assistenza domiciliare, i centri diurni, ma anche i farmacisti, le altre professioni odontoiatriche, la sanità militare e il personale da usare nelle fasi successive come gli ambulatori accreditati, i medici liberi professionisti, gli informatori scientifici del farmaco e altri operatori".
Da vaccinare 700mila over 80 anni e due milioni tra 60 e i 79 anni
Questa fase, ha confermato, se verranno rispettate le consegne dovrebbe chiudersi entro fine marzo. Da quel momento potrebbe partire la fase 2, che riguarda 700mila ultraottantenni e 2 milioni di persone tra i 60 e i 79 anni, oltre ai malati cronici fragili indipendentemente dall'età. "Per questa campagna massiva servono certezze sull'invio dei vaccini", ha aggiunto la vicepresidente lombarda. "Per questo abbiamo richiesto di avere dal commissario una definizione puntuale dei servizi di pubblica utilità. C'è disomogeneità tra le regioni. Un'altra richiesta fatta questa mattina in commissione salute della conferenza Stato-regioni, ed espressa in una lettera al commissario, è avere visibilità rispetto al piano vaccinale di medio periodo. Ora abbiamo solo quella di breve periodo". Per tutto il resto della popolazione i tempi sono ancora più incerti. L'ipotesi più accreditata è che le vaccinazioni non possano essere completate prima dell'autunno.