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In Lombardia si usa troppa forza contro i detenuti: a dirlo è il Provveditorato delle carceri

“È emerso, in talune circostanze, un utilizzo improprio dei mezzi di coercizione fisica”, recita l’ultima circolare del Provveditore dell’amministrazione penitenziaria lombarda. “In particolare, è stato rilevato l’uso delle manette all’interno delle sezioni”
A cura di Francesca Del Boca
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Troppa forza contro i detenuti nelle carceri lombarde. "Dalla lettura di eventi critici recentemente occorsi è emerso, in talune circostanze, un utilizzo improprio dei mezzi di coercizione fisica. In particolare, è stato rilevato l'uso delle manette all'interno delle sezioni detentive per contenere gli agiti auto ed etero aggressivi posti in essere dai detenuti". Lo si trova scritto nell'ultima circolare inviata dal Provveditore dell'amministrazione penitenziaria lombarda Maria Milano ai direttori degli istituti della regione, e riportata da La Repubblica.

"A tal riguardo si osserva che l'articolo 41 dell'ordinamento penitenziario, che detta i principi generali e disciplina limiti e condizioni dell'uso della forza e dei mezzi di coercizione fisica, demanda al regolamento di esecuzione la previsione di ulteriori strumenti ai quali, comunque, non vi si può fare ricorso a fini disciplinari ma solo al fine di evitare danni a persone o cose o di garantire l'incolumità dello stesso soggetto", ricorda il Provveditore nella circolare. "L'uso deve essere limitato al tempo strettamente necessario e deve essere costantemente controllato dal sanitario".

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