In Lombardia l’esercito studia come trasformare i drive in per tamponi in punti per vaccinare
Convertire i ‘drive in' realizzati dall'esercito per i tamponi in auto in punti di somministrazione del vaccino anti Covid. È l'idea allo studio in Lombardia per aumentare il numero di vaccini inoculati nella fase di massa, quando se tutto andrà bene ci saranno molte dosi a disposizione e milioni di persone da vaccinare nel minor tempo possibile.
"La Sanità militare ha in corso uno studio per la trasformazione degli attuali ‘drive in' utilizzati per effettuare i tamponi in punti per la somministrazione vaccinale anti Covid", ha reso noto Palazzo Lombardia. "Lo studio dovrebbe essere completato e sottoposto alla vicepresidente e assessore al Welfare della Regione Letizia Moratti, presumibilmente entro la fine della prossima settimana". I ‘drive in' andrebbero ad aggiungersi agli altri spazi in via di definizione: dai padiglioni fieristici alle palestre.
Tra le strutture che potrebbero essere prese in considerazione c'è quella, attiva dallo scorso mese di novembre, realizzata all'interno del parcheggio del Parco Trenno di via Novara a Milano. La struttura è stata messa in piedi dall'Esercito e utilizzata per far eseguire i test agli studenti e al personale scolastico, docente e non. Cinque tende tensostruttura, sette pneumatiche gonfiabili, un container per lo smaltimento dei rifiuti speciali e una zona parcheggio grande 20mila metri quadrati: un drive through talmente vasto da essere considerato il più grande d'Italia. Ideale per accogliere migliaia di persone al giorno da sottoporre alla vaccinazione.
Intanto il neo coordinatore della campagna, l'ex capo della protezione civile Guido Bertolaso, ha comunicato che la sua struttura tecnica è già al lavoro. Sabato e domenica quindi in un padiglione della Fiera di Milano saranno vaccinati circa 2.500 volontari dell'Azienda regionale dell'emergenza urgenza che riceveranno la seconda dose. Nella fase due in Lombardia dovranno essere vaccinate con dosi di Pfizer e Moderna 700mila persone over 80 anni, due milioni tra 60 e 79 anni, oltre ai malati cronici e fragili. In parallelo potrà iniziare anche la campagna di massa con i vaccini di AstraZeneca.