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Covid 19

In Lombardia già partite 1.800 lettere di richiamo per gli operatori sanitari No Vax

Tra giovedì e venerdì è partita la prima tranche di lettere di richiamo inviate agli operatori sanitari lombardi che non si sono ancora sottoposti alla vaccinazione anti-Covid. In settimana sono previsti degli incontri tra l’assessorato al welfare e le varie Ats regionali per fare il punto sulla situazione. Al momento solo poche decine i no-vax tra il personale ospedaliero.
A cura di Simona Buscaglia
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Tra giovedì e venerdì sono partite circa 1.800 lettere di richiamo indirizzate al personale sociosanitario che in Lombardia non si è ancora sottoposto alla vaccinazione. Il decreto del governo Draghi prevede infatti l’obbligatorietà dell’adesione alla campagna vaccinale per questa categoria professionale, senza la quale scattano le sanzioni, tra cui figura anche il cambio di mansione e una riduzione dello stipendio.

Partite 1.300 lettere solo dall’Ats di Milano

Queste 1.800 lettere inviate, di cui circa 1.300 riguardano l’Ats (Agenzia di tutela della salute) di Milano e oltre duecento quella di Brescia, sono una prima tranche alla quale ne seguiranno altre nei prossimi giorni, visto che in settimana sono previsti degli aggiornamenti dei dati, grazie a degli incontri tra la direzione welfare e le varie Ats. Sarà l'occasione per rendere i numeri ancora più chiari e definiti.

Gli operatori sanitari in questione verranno contattati con una lettera, inviata per raccomandata o Pec, una prima volta, in seguito alla quale, se non viene trovata una motivazione valida, parte la sanzione. Scatta immediatamente la sospensione dall'ordine, ma anche l'incarico a mansioni differenti sul posto di lavoro, con eventuale riduzione dello stipendio. Già settimana scorsa si parlava di un totale di 2.951 operatori sanitari rintracciati in Lombardia che ancora non si erano vaccinati, ed erano anche stati individuati diversi stratagemmi che alcuni hanno messo in campo per sfuggire a questo passaggio ufficiale del richiamo. Tra questi ad esempio, il prenotarsi tramite il portale e poi non presentarsi all’appuntamento, anche per tre volte. Le 1.800 lettere fanno parte quindi già di un secondo passaggio dopo una prima comunicazione diretta all’interessato che doveva chiarire le motivazioni del suo rifiuto al vaccino anti-Covid. Ora questa ulteriore lettera verrà inviata anche ai datori di lavoro e agli ordini professionali.

Tra il personale sanitario ospedaliero sono pochi i no-vax

Da quanto apprende Fanpage.it sarebbe una piccola percentuale il personale sanitario ospedaliero che non si vaccina, circa una decina di persone delle 2.951 individuate inizialmente. La maggior parte quindi degli operatori sanitari no-vax riguarderebbe  liberi professionisti, non solo infermieri, ma anche alcuni farmacisti, dentisti e assistenti alla poltrona, o pediatri di libera di scelta.

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