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Covid 19

In Lombardia 591 operatori sanitari no-vax rischiano la sospensione o il cambio di mansione

Sono 591 gli operatori sanitari delle strutture pubbliche in Lombardia che non si sono sottoposti al vaccino e che subiranno come provvedimento il cambio mansione o la sospensione. Le sospensioni reali, riferiscono dalla direzione generale Welfare, non dovrebbero superare le 300 unità. Un numero consistente di questi ha già chiesto la riammissione sottoponendosi alla vaccinazione anti-Covid.
A cura di Simona Buscaglia
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Nelle strutture pubbliche in Lombardia al momento sono 591 i medici e gli operatori sanitari che dovrebbero essere sospesi o cambiare mansioni in seguito alla mancata adesione alla campagna vaccinale. Per il personale sanitario infatti, secondo il decreto del governo Draghi, esiste l'obbligo di sottoporsi alla vaccinazione anti-Covid per svolgere il loro lavoro, senza la quale scattano i provvedimenti. Il numero di sospensioni effettuate ad oggi non dovrebbe superare comunque le 300 unità in tutta la Lombardia, ma entro fine mese dovrebbero formalizzarsi tutte. Dalla direzione generale Welfare di regione Lombardia, a quanto apprende Fanpage.it, riferiscono già di un numero consistente di operatori sanitari, tra medici e infermieri, che, una volta ricevuta la sospensione, ha deciso di optare per la vaccinazione per essere reintegrato.

Molti operatori sanitari che non avevano aderito non erano davvero no-vax

Tra le motivazioni che hanno spinto i medici e gli operatori sanitari che lavorano nelle strutture pubbliche lombarde a non vaccinarsi non ci sarebbe una vera e propria avversione al vaccino. Molti di loro non avrebbero aderito alla campagna vaccinale per sciatteria, pensando di avere più tempo per adeguarsi alla normativa vigente. Altri invece si sarebbero vaccinati un po' in ritardo rispetto agli altri e non avendolo comunicato tempestivamente, nel frattempo la lettera era già partita.

Per la riammissione bisognerà aspettare i tempi burocratici. La procedura prevede la verifica della vaccinazione e quindi non può essere immediata, anche se i tempi dovrebbero limitarsi a qualche giorno per regolarizzare tutto.

A fine luglio era partita la prima tranche di lettere, circa 1800, agli operatori sanitari che in Lombardia non avevano ancora aderito alla campagna vaccinale. Tra il personale sanitario ospedaliero risultavano comunque pochi no-vax. La maggior parte riguarderebbe infatti liberi professionisti, non solo infermieri, ma anche alcuni farmacisti, dentisti e assistenti alla poltrona, o pediatri di libera di scelta.

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