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In carcere per omicidio, gestisce un traffico di droga nei permessi lavoro: sequestrata villa da 300mila euro

È stata sequestrata, su richiesta del questore di Como, una villa da oltre 300mila euro a Tonino Mazzaferro. Il 46enne, ritenuto vicino alla cosca di ‘Ndrangheta di Cantù, era stato condannato a 20 anni di carcere nel 2009 per omicidio, ma avrebbe sfruttato i permessi lavoro del carcere per gestire un traffico di sostanze stupefacenti.
A cura di Enrico Spaccini
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La polizia di Stato di Como e la guardia di finanza di Erba hanno sequestrato nella mattinata di ieri, giovedì 27 marzo, una villa da oltre 300mila euro a Tonino Mazzaferro. Secondo gli investigatori, il 46enne, condannato per omicidio a 20 anni di reclusione a dicembre 2009 e con precedenti in materia di stupefacenti, avrebbe sfruttato i permessi che gli venivano concessi per svolgere l'attività lavorativa per continuare a gestire un ingente traffico di droga. Con il denaro guadagnato illecitamente avrebbe acquistato una villa di lusso a Cermenate (in provincia di Como) intestandola fittiziamente al figlio appena maggiorenne. Il decreto di sequestro finalizzato alla confisca a carico di Mazzaferro, ritenuto vicino alla cosca ‘ndranghetista di Cantù, è stato emesso dalla sezione autonoma misure di prevenzione del Tribunale di Milano.

Come emerso nell'operazione ‘Ossessione' della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, Mazzaferro sarebbe risultato essere parte attiva di un ingente traffico di sostanze stupefacenti. Come ricostruito dagli investigatori della Divisione Anticrimine di Como, il 46enne dalla fine degli anni '90 si sarebbe resto responsabile di reati in materia di stupefacenti, associazione mafiosa e detenzione di armi. A dicembre del 2009, poi, è stato condannato a 20 anni di carcere per l'omicidio dell'amico Andrea Verna, ucciso con un colpo di pistola al termine di una discussione tra il 23 e 24 dicembre 2008.

Negli ultimi tempi Mazzaferro poteva godere dei permessi per uscire dal carcere per svolgere attività lavorativa. Secondo gli investigatori, però, ne avrebbe approfittato per continuare la propria attività nel traffico di stupefacenti. Le indagini della Divisione Anticrimine di Como e dei finanzieri di Erba avrebbero evidenziato una enorme sproporzione tra il patrimonio accumulato dal 46enne e i redditi che dichiarava al fisco.

Analizzando i movimenti bancari della società di cui Mazzaferro e i suoi familiari risultavano formalmente dipendenti, sarebbe emerso che in realtà l'attività era gestita occultamente dal 46enne stesso. In seguito a una perquisizione nei locali aziendali, sarebbero state trovate ingenti quantità di cocaina e hashish. Con il denaro incassato dalle attività illecite, Mazzaferro avrebbe acquistato una villa di lusso, da circa 330mila euro, a Cermenate intestandola fittiziamente al figlio appena maggiorenne. Su proposta del questore di Como, la villa è stata posta sotto sequestro e affidata al controllo di un amministratore giudiziario nominato dal Tribunale.

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