A Natale lunga coda per ritirare i pacchi alimentari da Pane Quotidiano: a Milano l’emergenza cibo non cala
Sono state 5mila le persone che si sono messe in fila alla vigilia e il giorno di Natale in viale Toscana e in viale Monza, ovvero fuori dalle sedi di Pane Quotidiano. I volontari anche il 24 e il 25 dicembre (poi a Santo Stefano sono rimasti chiusi) hanno distribuito pacchi alimentari a chi ne aveva bisogno: la Onlus infatti assiste le persone indigenti offrendo cibo senza chiedere documenti né altro. Offre loro cibo secco o a lunga conversazione che poi i cittadini possono cucinarsi a casa. Il giorno di Natale hanno distribuito anche giocattoli hai più piccoli. In coda infatti "ci sono sempre più famiglie", come ha precisato a Fanpage.it il vice-presidente di Pane Quotidiano Luigi Rossi. Nel 2024 le persone che sono passate di lì sono state più di un milione e mezzo.
Pochi giorni fa aveva anche sottolineato: "La razione di cibo il 25 dicembre sarà più ricca perché i nostri sostenitori, ovvero aziende produttrici di alimenti, ci omaggiano anche di pandori e panettoni che distribuiremo proprio quel giorno".
Negli ultimi anni sempre più persone si mettono in fila per chiedere pacchi alimentari. Ma perché a Milano le persone che hanno bisogno di cibo sono sempre di più? "Il conflitto russo-ucraino – ha spiegato Rossi – ha sicuramente portato nuovi ospiti. Poi il potere di acquisto a Milano si è eroso ancora di più rendendo i costi della vita sempre più complicati. Milano ha tutti i pregi e difetti di una grande città europea: però per chi percepisce una pensione da mille euro al mese, così come per chi ha uno stipendio di 1.300/1.400 euro al mese, vivere a Milano è impossibile".
A Milano fortunatamente non c'è emergenza cibo. "Tra Pane Quotidiano e le mense per i clochard riusciamo a soddisfare questa esigenza", conclude Rossi.