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Imprenditore aspetta 17 anni per avere una licenza: “A questo punto lascio Milano”

Gianluigi Barone è un imprenditore che da 30 anni vive a Milano. Nel 2004 ebbe l’idea di portare in Italia il Velotaxi: un mezzo a tre ruote e a pedali da offrire come servizio turistico. Dopo aver atteso per 17 anni un bando che gli consentisse di lavorare, ha deciso di lasciare la città.
A cura di Enrico Spaccini
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"L'immobilità della mobilità", ha scritto Gianluigi Barone sul suo profilo Facebook qualche giorno fa. Imprenditore del turismo 61enne, di cui 30 vissuti a Milano, durante un viaggio a Berlino nel 2004 ebbe un'idea: portare quei "strani veicoli a tre ruote a pedali che scorrazzavano per la città accompagnando i turisti" anche nel capoluogo lombardo. Ma dopo 17 anni di attesa, "200 appuntamenti con la Pubblica Amministrazione, zero risposte", Barone ha deciso di dire addio a Milano.

I Velotaxi di Berlino

L'odissea di questo imprenditore inizia nel 2005. Dopo quel viaggio in Germania si era informato su chi fosse il costruttore di quel curioso mezzo di trasporto. "Si chiamava Velotaxi", racconta Barone, "giravano da 20 anni in 40 metropoli. Ne acquistai dieci e mi adoperai per realizzarlo da noi".

L'idea era quella di avere un gestore di questi Velotaxi che avrebbe affittato i mezzi a chi effettivamente lo portava in giro. Il guadagno del guidatore sarebbe arrivato dai compensi delle singole corse. Inoltre, dato che era pensato per girare in città, avrebbe potuto anche ospitare degli adesivi pubblicitari che avrebbero garantito altre entrate per il gestore.

La sperimentazione del 2005

A luglio del 2005 invia al Comune di Milano il progetto. La prima cosa che gli suggeriscono di modificare è il nome, togliere il termine ‘taxi': ecco allora che il servizio diventa VeloLeo. I primi 12 mesi sono proficui, riesce a ottenere il permesso di sperimentare l'attività per un anno. Tuttavia, questa "impediva di chiedere un compenso e non potevamo costruire offerte o circuiti".

Nonostante i vincoli, la sperimentazione ha dimostrato come quei mezzi a tre ruote potevano portare due o tre persone anche sui tracciati pedonali, come San Babila-Castello, "entrare nei parchi e portare le persone sin sotto i monumenti". A questo punto, arrivati ormai nel 2006, arriva la prima richiesta di pubblicazione di un bando per le realtà interessate.

La pubblicità per il Comune di Milano

Ecco che arriva il primo, lungo, stop durato fino al 2014. Intanto, arriva l'inserimento nel codice della strada dei velocipiedi "fra i servizi noleggio con conducente". Poi il Comune di Milano gli chiede di fare delle pubblicità per alcune loro iniziative, come una parte della campagna di Expo 2015 e la Milano Music Week.

Nonostante le sollecitazioni al Comune a regolare il servizio, "mi sequestrano due VeloLeo". Viene multato per pubblicità abusiva e dal 2018 al 2020, racconta Barone, compaiono 20 risciò abusivi: "Non è stato fatto nulla per bloccare il fenomeno".

Alla fine esce il bando. "Lo vinciamo ma una clausula impone ai pedalatori di essere muniti di patentino da accompagnatore turistico, lo avevo sconsigliato", commenta Barone, "perché Città Metropolitana non prevedeva esami per i successivi tre anni".

Il bando a Parma e l'addio

Mentre a Milano a ogni ostacolo se ne aggiunge un altro, a Parma le cose vanno diversamente e il servizio VeloLeo è entrato ufficialmente in comune. Allora prova a presentare lo stesso bando anche a Milano: "Due anni fa, durante uno dei miei ennesimi incontri in Comune, ho condiviso con gli uffici competenti il bando di Parma, ma ancora niente".

In tutto il mondo, dal 2004 al 2022, le città con i Velotaxi sono arrivate a 80. Barone racconta di avere già accordi con Ferrovie dello Stato e altre compagnie, ma tutto è svanito. Non solo: "Nel solo periodo gennaio-settembre 2022 abbiamo dovuto rinunciare a circa 250mila euro di tour prontati".

Dopo 17 anni, Barone decide quindi di dire "addio" a Milano e di liquidare la società, mentre la sua casella email aspetta ancora una risposta da parte del sindaco.

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