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Omicidio di Giulia Tramontano

“Una donna a casa e l’altra al lavoro, avevo perso il controllo della mia doppia vita”: il racconto di Impagnatiello

“Giulia a casa e l’altra al lavoro: era la mia doppia vita, donne che controllavo con finte verità”. Il racconto di Alessandro Impagnatiello nella consulenza di parte depositata nel processo a suo carico: rischia l’ergastolo per aver ucciso la compagna incinta Giulia Tramontano nel maggio del 2023.
A cura di Francesca Del Boca
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Quella sera del 27 maggio 2023 Alessandro Impagnatiello la definisce "il mio crollo". È quanto ha raccontato il barman 31enne che un anno fa ha ucciso a coltellate la compagna (incinta al settimo mese) Giulia Tramontano, sferrandole 37 fendenti all'interno dell'appartamento che i due condividevano a Senago, nel Milanese.

Una confessione fiume resa allo psichiatra che ha redatto la consulenza di parte ora depositata dalla difesa nel processo a suo carico, dove rischia la pena dell'ergastolo per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione. "Impagnatiello presenta un disturbo personologico caratterizzato da tratti narcisistici, ossessivi e paranoidi", ha scritto il dottor Raniero Rossetti all'interno del documento. "Da maschio onnipotente ha subito una profonda ferita narcisistica". "Una donna a casa e l'altra al lavoro, avevo perso il controllo della mia doppia vita".

La descrive Impagnatiello stesso. "Ho conosciuto Giulia sui social nel 2021, poi nell'estate del 2022 è arrivata una tirocinante al lavoro. Era l'oggetto di desiderio di tutti e lei voleva me… il fatto che mi desiderasse e mi aspettasse mi faceva sentire appagato", racconta al perito durante una delle sedute in carcere. "Era come vivere una doppia vita, Giulia a casa e l'altra al lavoro. Facevo sforzi enormi per tenere insieme questo castello di bugie, gestire due persone con false verità. Come pedine della mia scacchiera".

Quando viene smascherato dalla compagna Giulia, che ha scoperto il tradimento e affrontato l'altra donna, il barman si sente "umiliato". "Il mondo mi è crollato addosso", ripete più volte al professionista. Anche se già da prima la struttura del castello di bugie iniziava a scricchiolare, tra le minacce di Giulia di interrompere la relazione e la volontà dell'altra giovane donna di partire lontano da Milano. "Giulia mi ha urlato che non avrei più visto nostro figlio quando sarebbe nato, questo mi ha mandato in tilt. Era girata di spalle e l'ho pugnalata per 37 volte, non ricordo neanche".

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