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Omicidio di Giulia Tramontano

Impagnatiello ha colpito Giulia alla pancia per uccidere il feto: l’ipotesi da chiarire durante l’autopsia

Tra i quesiti su cui l’autopsia sul corpo di Giulia Tramontano dovrà fare luce c’è anche quello delle coltellate inferte dal compagno Alessandro Impagnatiello: quante sono state e soprattutto se siano state sferrate anche in pancia. La 29enne era incinta al settimo mese, e il figlio della coppia sarebbe nato in estate.
A cura di Francesca Del Boca
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La coltellata letale è stata quella sferrata alla gola, da dietro. Ma non sarebbe stata la sola ad essere stata inferta a Giulia Tramontano, la 29enne incinta al settimo mese, da parte del fidanzato Alessandro Impagnatiello. Dal vertice appena concluso tra magistrati e investigatori sui quesiti da sottoporre durante l'autopsia di domani al medico legale, infatti, emerge proprio il tema delle coltellate: quante sono state, e se ne siano state affondate anche sulla pancia. E se quindi anche il feto che Giulia portava in grembo, il figlio della coppia che sarebbe nato in piena estate e che si sarebbe chiamato Thiago, sia morto di morte violenta. 

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Le domande ancora in sospeso sull'omicidio di Giulia Tramontano

L'autopsia, eseguita all'istituto di Medicina legale di Milano da un team composto da due medici legali, un entomologo forense, un medico specializzato in tossicologia e uno specializzato in autopsie neonatali, farà luce su questa e su altre domande ancora in sospeso. Come, ad esempio, le circostanze dell'assassinio di Giulia e l‘ora della sua morte. Troppe, ancora, sono le cose che non tornano nel racconto di Alessandro Impagnatiello.

Il barman, nella sua confessione, aveva inizialmente raccontato di aver ucciso la fidanzata intorno alle 20 di sabato 27 maggio, e di aver sferrato solo poche coltellate. "L'ho uccisa senza un reale motivo, ero stressato dalla situazione che si era venuta a creare", aveva detto il 30enne, ora detenuto nel carcere di San Vittore con l'accusa di omicidio aggravato, procurato aborto e occultamento di cadavere. La "situazione" era la gestione dell'amante sul posto di lavoro, una collega 23enne alla quale faceva credere di essere libero, e della fidanzata Giulia a casa, sempre più amareggiata e insofferente per le continue bugie del compagno.

"Le ho dato due o tre coltellate perché aveva iniziato a tagliarsi sulle braccia dicendo che la vita non aveva più senso per lei, quando l'ho finita non ha fatto rumore". Versione già smentita dal sopralluogo della Scientifica, che ha trovato chiazze di sangue sui muri della casa di Senago e ipotizzato un vero e proprio agguato avvenuto alle spalle. Adesso, l'orribile sospetto: le coltellate potrebbero essere molte di più.

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Il veleno per topi e le ricerche sul web

Un altro punto da chiarire, attraverso l'autopsia di domani, riguarda il veleno per topi ritrovato nell'appartamento che la coppia condivideva in via Novella: gli esami tossicologici sul corpo della 29enne dovranno stabilire se Giulia avesse già ingerito piccole quantità di topicida, prima di venire colpita a morte dal compagno. E se quindi il delitto fosse stato premeditato da Impagnatiello ben prima di quel 27 maggio. Addirittura, secondo la Procura, fino a un paio di settimane prima. Quando, cioè, il barman di Senago avrebbe cercato sul web gli effetti del veleno per topi sugli esseri umani.

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