“Impagnatiello diceva di voler un figlio da Giulia, quando era incinta ci ha ripensato”: parla la mamma di lei
Tra i testimoni dell'accusa nella terza udienza del processo ad Alessandro Impagnatiello c'è anche la madre di Giulia Tramontano, la ragazza uccisa dal compagno (ovvero l'imputato reo confesso) al settimo mese di gravidanza con 37 coltellate. Loredana Femiano, mamma di Giulia, racconta l'inizio della storia tra la figlia e il ragazzo: "Giulia ha iniziato a parlarmi di lui a inizio 2021: me ne ha parlato prima come un amico. A Pasqua 2021 me lo fece conoscere in video chiamata e mi disse che aveva già un bambino. Avevo capito che tra di loro era nata una relazione: erano i primi passi, stavano insieme anche con il bambino, mia figlia con la sua indole di mamma era contenta di questo. All’inizio non me lo voleva dire perché avendo già un figlio aveva paura del mio giudizio, poi l’ho tranquillizzata e si è aperta".
"La prima impressione su di lui era stata buona, magari un po’ spavaldo, ma niente di che. Anzi mi faceva piacere che fosse così attento nei confronti del suo primo figlio, mi sembrava un buon segnale".
La donna davanti ai giudici della Corte d'Assise ha spiegato che dal 2021 Giulia viveva a Milano e aveva una coinquilina. "Si era diplomata in settore turistico ma con il Covid era difficile trovare lavoro e quindi si era reinventata. Aveva trovato un lavoro da remoto". Poi aggiunge: "Spesso mi diceva che dormiva da lui quindi ho capito che si stavano approcciando alla convivenza e ha fatto un piccolo trasloco dopo Pasqua. Il 10 dicembre 2021 ci sono venuti a trovare a Napoli perché lei voleva farcelo conoscere. Lui davanti a tutta la famiglia aveva detto di volere un figlio da Giulia entro il 2022. Nei mesi successivi Giulia mi sembrava tranquilla". Poi sono i iniziati i problemi "quando, il 2 dicembre 2022, Giulia mi ha chiamata in ufficio piangendo e mi ha detto di essere incinta. Mi aveva detto di averlo comunicato a lui e che lui il bambino non lo voleva. L'ho tranquillizzata dicendo che forse era spaventato". La donna ha spiegato che il giorno dopo le cose sembravano essere tornate a posto, per poi peggiorare ancora perché lui insisteva di non volere il bambino.
"Dopo qualche giorno lui mi ha chiamata e gli ho detto di smetterla con questa altalena. Durante la chiamata mi ha detto che aveva paura che Giulia se lo avesse lasciato avrebbe potuto portare il bambino lontano da lui al sud", continua Loredana Femiano. E ancora: "In quell’occasione mi chiese perdono e mi disse che il figlio lo voleva e infatti nei giorni successivi avrebbe parlato con Giulia della stanzetta nuova". In un primo momento dopo la reazione del compagno "Giulia aveva provato a informarsi per interrompere la gravidanza, ma era stato Impagnatiello a impedirglielo dicendo che aveva cambiato idea".
Le cose sono di nuovo peggiorate a gennaio dello scorso anno. La teste ai giudici ha spiegato che quel mese Giulia ha scoperto che Impagnatiello aveva una relazione segreta con un'altra donna e lo aveva detto alla famiglia: "Ero stanca anche io di veder soffrire mia figlia. Fino ad allora non avevo detto a mio marito perché ha problemi cardiaci. Qualche giorno dopo in una videochiamata Giulia ha dato la doppia notizia al papà: ovvero che aspettava un bambino e che Alessandro la tradiva". Il padre di Giulia quindi aveva detto subito alla figlia di tornare a casa: una volta di nuovo a Napoli la ragazza aveva chiesto alla famiglia di non farle domande sulla situazione con Impagnatiello.
"Cercavamo – spiega la donna in aula – tutti di distrarla, comunque in quel momento, a parte il bruciore di stomaco e il mal di testa, che imputavamo alla gravidanza, stava bene. Quando Giulia è tornata a Senago mi ha poi raccontato che Alessandro aveva ritrattato tutto e che sarebbero presto partiti per una vacanza a Ibiza. Intanto la madre di lui mi mandava messaggi scusandosi per il comportamento del figlio. Sembrava non esserci più problemi". Le cose vanno avanti: a marzo c'è la festa del baby shower con amici e parenti. Nel video della festa mostrato in aula si vede tutta la famiglia riunita, i bambini presenti fanno a gara perché sia femmina o maschio e Alessandro e Giulia annunciavano che era maschio facendo scoppiare un palloncino.
Dalle indagini dei carabinieri è emerso che da tempo Alessandro Impagnatiello aveva provato ad avvelenare Giulia Tramontano. La ragazza alla madre già il dicembre prima spiegava di non stare bene: "Mi sento una pezza, ho dormito malissimo a causa dello stomaco".
Nei piani la famiglia doveva salire a Senago a giugno: "Vista anche la distanza, c’era il programma di andare a trovare Giulia a giugno per stare insieme. Inizialmente dovevo andare a casa lì da loro, ma Alessandro non era d’accordo che stessi lì perché diceva che avrei disturbato la loro intimità".
Giulia Tramontano è morta accoltellata dal compagno la sera del 27 maggio del 2023: "A maggio era un po’ infastidita perché il giorno che doveva arrivare la stanzetta del bambino lui era andato a fare una grigliata. Alla fine ad aiutare mia figlia erano andate la mamma di Impagnatiello e il suo compagno. Il 27 maggio avevo ricevuto una videochiamata da Giulia di buon mattino: sembrava molto contenta, mi parlava delle cose che voleva prendere per il bambino. Per tutto il pomeriggio stranamente non l'ho più sentita. Ma non volevo essere invadente. Erano le 19:30 quando le ho scritto per chiederle se andava tutto bene. Mi aveva risposto che aveva litigato con Ale e che sarebbe andata a riposare. Nelle nostre chat lei mi chiamava madre e lo aveva fatto anche quella volta". Il padre di Giulia aveva avuto dei sospetti che non fosse lei a scrivere.
Lo ha sottolineato in aula la donna perché poi dalle indagini è emerso che era Impagnatiello a scrivere alcuni messaggi per conto di Giulia alla sua famiglia. "Il giorno successivo, il 28 maggio, noi avevamo l’abitudine di farci una videochiamata ma non mi chiama né mi risponde. Così ho sentito la mamma di Alessandro e lei mi dice che era a fare la spesa e che sarebbe andata da lei perché nemmeno a lei rispondeva", continua a riferire ai giudici Loredana Femiano.
Poi continuano le bugie di Alessandro Impagnatiello: fino a quando "mi ha chiamata Alessandro per dirmi che era dai carabinieri perché non trovava più Giulia: mi aveva raccontato di avere un’altra relazione. Gli ho risposto dicendogli che era un gran… e che Giulia me la sarei portata a casa e non l’avrebbe più vista, poi gli ho chiuso la chiamata". La famiglia con il passare delle ore ha iniziato a preoccuparsi sempre di più: "La sera del 28 abbiamo aspettato fino a mezzanotte per vedere se Giulia avesse deciso di tornare a Napoli, vedendo che non tornava siamo partiti e siamo arrivati a Senago verso le 9 del mattino".
Una volta a Senago, paese alle porta di Milano dove la coppia conviveva, la madre di Giulia ha raccontato che "dopo essere stati in caserma siamo andati a casa loro per prendere i documenti di mia figlia. Una volta entrata in casa la cosa mi ha stranita era la casa così disordinata, oltre al fatto che ci fossero tutti gli impermeabili e le giacche nell’armadio. Con cosa era uscita? Altra cosa strana è che c'era la vasca da bagno sporca (ovviamente non di sangue): Giulia non l’avrebbe mai lasciata così". La madre di Giulia in aula precisa anche che appena "Alessandro ha saputo che eravamo lì a casa a Senago, lui è arrivato in un battito di ciglia, anche se la madre aveva detto che era al lavoro. In quel momento io ero disperata, in lui non ho visto nessuna disperazione".
Le indagini, poi la confessione e ora il processo. Ci sono voluti pochi giorni per capire la responsabilità di Impagnatiello. A distanza di un anno la madre di Giulia spiega che lei e suo marito "non stiamo bene. Sono rientrata al lavoro dopo tanto, all’inizio vedere i bambini mi dava proprio scompenso. Non stiamo bene, non dormiamo, non usciamo. Anche i nostri figli non hanno più la mamma. Ogni volta che parlo di Giulia mi sembra di violare il suo essere".
"Una cosa che mi ha profondamente ferita è che la macchina in cui è stato trasportato il corpo di mia figlia in un sacco è stata acquistata dalla compagna del fratello dell’imputato. Io quella macchina la voglio rottamare, la voglio far sparire, non voglio che ci salga nemmeno il bambino, figlio di quella donna, che conosco e mi è caro e che non ha mai potuto conoscere il suo cuginetto".
Articolo in aggiornamento. Ha collaborato Chiara Daffini