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Omicidio di Giulia Tramontano

Impagnatiello: “A Ibiza ho ritrovato l’amore con Giulia”. Ma in due giorni si scambia 500 sms con l’altra donna

La testimonianza di Alessandro Impagnatiello durante il processo in cui rischia la pena dell’ergastolo. “In vacanza con Giulia mi ero dimenticato dell’altra donna”. Ma proprio a lei scriveva che Giulia Tramontano, uccisa il 27 maggio 2023 con 37 coltellate nella loro casa di Senago, era solo un’amica.
A cura di Francesca Del Boca
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Alessandro Impagnatiello
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Un'altra menzogna di Alessandro Impagnatiello, l'ennesima. Stavolta la pronuncia a voce alta in aula, durante una delle udienze per il processo che lo riguarda e in cui, ora come ora, rischia la più severa delle pene possibili. "Mi ero dimenticato dell'altra donna, in quella vacanza a Ibiza avvenuta pochi mesi prima dell'omicidio volevo ritrovare Giulia", racconta l'ex barman di Senago, che nel maggio del 2023 ha ucciso a coltellate la compagna incinta Giulia Tramontano dopo che quest'ultima aveva scoperto un tradimento con una giovane collega conosciuta tra i tavoli dell'Armani Cafè: una vera e propria relazione clandestina, che andava avanti da quasi un anno.

Ma non è la verità, ancora una volta. "Durante quel fine settimana a Ibiza non sentii A., le dissi di essere andato con amici e che non volevo sentirla. All'inizio mi scrisse ma non le risposi, quindi poi lei mi lasciò perdere", ha detto alla Corte Impagnatiello. "Volevo staccarmi da A. e in quel momento ci ero riuscito, anche a livello fisico. Mi ero dimenticato di lei in quei giorni e avevo ritrovato Giulia, parlavamo di trasferirci lì sull'isola. Mi diceva: io sono già fuori casa, sei tu che devi cambiare". Poi il ritorno a Milano e la fine dei progetti di coppia. "Ricaddi dentro solo quando rividi A. al lavoro".

Le copie forensi del cellulare di Impagnatiello, però, raccontano una storia ben diversa. Ovvero che il 31enne, in quel fine settimana, con A. si sente eccome. E con lei arriva a scambiarsi addirittura oltre 500 messaggi. Testi in cui l’ex barman continuava a rassicurare l’altra donna che Giulia era solo un’amica da aiutare in un momento difficile come la gravidanza, ribandendo di non essere il padre del bambino in arrivo: una bugia corredata di finto test di paternità, creato apposta da Impagnatiello e mostrato all'altra donna come prova.

"Il comportamento di un narcisista patologico", per i consulenti della difesa. "Solamente la banalità del male", per quelli nominati dalla famiglia di Giulia Tramontano. Per il barman, ora, la Corte ha disposto una perizia psichiatrica. Sarà valutata, quindi, la sua capacità di distinguere le proprie azioni e di saper valutare, prima di agire, i motivi e le conseguenze che il proprio comportamento avrebbe prodotto. L'unico atto che, forse, è in grado di minare il rischio (più concreto che mai) dell'ergastolo.

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