Imbianchino morto dopo una caduta in cantiere: era un padre di famiglia e lavorava in nero
È caduto da una scala mentre stava lavorando, a quanto pare in nero, per dipingere le pareti di un capannone industriale a Zanano di Sarezzo, in provincia di Brescia. E a distanza di 24 ore da quell'incidente è morto. Non ce l'ha fatta Roberto Bigini, ennesima vittima del lavoro in Lombardia. L'uomo era originario della Toscana ma da ormai decenni viveva a Brescia: era un imbianchino specializzato e martedì mattina, 6 luglio, stava svolgendo il proprio lavoro in un capannone in via Galileo Galilei a Zanano, una frazione di Sarezzo. Mentre si trovava su una scala per tinteggiare le pareti della struttura l'uomo ha perso l'equilibrio ed è precipitato al suolo, per cause da accertare. Nell'impatto ha riportato gravi traumi alla testa: è stato soccorso e trasportato d'urgenza in ospedale, dove ha lottato per circa 24 ore tra la vita e la morte. Nella serata di ieri, mercoledì 7 luglio, i medici hanno però constatato il decesso: troppo gravi i traumi riportati nella caduta.
I famigliari dell'operaio edile hanno autorizzato l'espianto degli organi
La salma dell'operaio edile è ancora a disposizione dell'autorità giudiziaria, che sta ultimando gli accertamenti prima di restituirla ai famigliari. Bigini era sposato e padre di famiglia: i suoi cari hanno autorizzato l'espianto degli organi, che potranno così salvare la vita ad altre persone. Le indagini degli ispettori del lavoro dell'Agenzia per la tutela della salute e dei carabinieri avrebbero accertato che l'uomo, che lavorava per una ditta esterna, non era in regola per quanto riguarda il contratto di assunzione: lavorava in nero. Bisognerà adesso capire se la ditta per cui prestava la propria manodopera fosse in regola per quanto riguarda le norme sulla sicurezza.