Ilaria Salis: “Vivere in una casa occupata non è da furbetti. Azione illegale ma legittima”
"Vivere in una casa occupata non è da furbetti". E così, come anticipato tre giorni fa, la neo europarlamentare di Alleanza Verdi Sinistra Ilaria Salis torna sul tema delle case occupate dopo la notizia di un suo presunto debito da 90mila euro con Aler, l’ente che gestisce gli alloggi popolari a Milano e in Lombardia. "È logorante, ti va vivere nella paura e nel degrado".
Lo fa attraverso un post su Instagram. "Essere occupanti vuol dire essere trattati come criminali per aver cercato di vivere in modo dignitoso. Tutti e tutte dobbiamo avere un tetto sulla testa, e non sempre le azioni legittime sono legali in quel dato momento: servono a cambiare le leggi, prendendo in considerazione le istanze dei gruppi subalterni", chiarisce oggi.
E punta il dito. "A Milano le case popolari sfitte sono più di 12mila, di cui oltre 5mila appartengono a Erp (gestite da MM) e più di 7mila ad Aler. In tutta la città metropolitana arrivano addirittura a quota 15mila. Un quinto delle case popolari, dunque, non è assegnato, eppure non sono poche le persone che ne avrebbero bisogno: in città, a fine 2023, erano in lista d'attesa ben 10mila famiglie".
E ancora, rispondendo indirettamente alle critiche del centrodestra, Matteo Salvini in testa: "L'abbandono è letteralmente ovunque. Quando una casa non assegnata viene occupata non viene tolta a chi si trova in lista d'attesa, ma ai palazzinari, al racket o al degrado: accusare gli occupanti per il dissesto dell'edilizia popolare pubblica è malafede e ignoranza chi non ha mai messo piede fuori dalla circonvallazione. Affermare il contrario è bassa retorica politica".
La 39enne, che da poco ha lasciato il carcere di Budapest dove era reclusa con l'accusa di aver picchiato alcuni militanti di estrema destra, del resto si era già recentemente espressa sul tema."Sì, lo confesso! Sono stata una militante del Movimento di Lotta per la Casa che negli anni ha dato battaglia sul tema del diritto all'abitare, a Milano e in tutta Italia", aveva scritto in un precedente post la maestra di Monza. "Se qualcuno pensava di fare chissà quale scoop scavando nel mio passato, è solo perché è sideralmente lontano dalla realtà sociale di tale movimento, che si compone di decine di migliaia di abitanti delle case popolari e attivisti, i quali, per aver affermato il semplice principio di avere un tetto sulla testa, sono incappati in qualche denuncia".