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“Il virus può ancora sorprenderci”: l’infettivologo Puoti spiega l’aumento dei casi di Covid in Lombardia

Nelle ultime settimane sono aumentate le persone positive al Covid in Lombardia e si teme per una recrudescenza del virus. Il prof. Massimo Puoti, direttore di Malattie infettive al Niguarda di Milano, fa il punto della situazione con Fanpage.it: “Serve sempre grande attenzione e vigilanza, senza allarmare la popolazione”.
Intervista a Prof. Massimo Puoti
Infettivologo, direttore del reparto Malattie infettive dell'ospedale Niguarda di Milano
A cura di Fabio Pellaco
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Il prof. Massimo Puoti, direttore del reparto di Malattie infettive dell'ospedale Niguarda di Milano
Il prof. Massimo Puoti, direttore del reparto di Malattie infettive dell'ospedale Niguarda di Milano

"Con un raffreddore forte, febbre o mal di gola è bene stare a casa qualche giorno per tutelare tutta la comunità, soggetti fragili compresi". Terminate le vacanze estive i numeri del Covid in Lombardia sono tornati nuovamente a salire e con la stagione autunnale alle porte crescono i timori una possibile nuova ondata. Il professor Massimo Puoti, direttore del reparto di Malattie infettive all'ospedale Niguarda di Milano, ha fatto il punto con Fanpage.it sull'andamento del Covid, sulla nuova campagna vaccinale e su quello che ci aspetta nei prossimi mesi.

Professore, qual è la situazione in ospedale?

"Al Niguarda abbiamo una decina di pazienti positivi al tampone, ma non ricoverati per altre patologie. Non abbiamo ancora visto una ripresa dei casi tra i pazienti fragili, quindi tra coloro che hanno una malattia ematologica, come linfomi e leucemie, tra i trapiantati e i pazienti neurologici che fanno terapie immunosoppressive di un certo rilievo, ma ce l'aspettiamo. Al momento, nonostante i casi stiano aumentando, non ci sono motivi di preoccupazione per la situazione ospedaliera. L'ospedale, infatti, riflette la situazione del territorio con un ritardo di 10-14 giorni, perché se aumenta il numero dei casi nella popolazione giovane, prima che arrivi alla popolazione più a rischio che viene ricoverata in ospedale passa un po' di tempo".

La variante Eris è la più diffusa in Italia. Come incide sulla gravità della malattia? 

"Secondo i dati in nostro possesso, le varianti attualmente in circolazione non segnalano un particolare aumento dei danni causati all'organismo né una minore risposta immunitaria indotta dalla vaccinazione e da quella che chiamiamo immunità ibrida, cioè le difese che vengono date dal vaccino insieme alle infezioni naturali. Ricordo sempre che la vaccinazione protegge dalla malattia, ma molto meno dall'infezione proprio a causa delle varianti".

Sembra esserci timore che il rientro a scuola dei ragazzi possa contribuire ad aumentare ancora di più i contagi. È una preoccupazione fondata?

"Credo che più che timore serva avere vigilanza e attenzione. Infondere nella popolazione un nuovo sentimento di paura mi sembra eccessivo tenendo conto che l'infezione, nel 95 per cento della popolazione senza condizioni di fragilità, per ora non presenta un quadro clinico particolarmente impegnativo".

Quindi i consigli sono sempre gli stessi?

"Secondo me i consigli sono tre. Per i pazienti fragili occorre fare attenzione a un accurato lavaggio delle mani e all'uso delle mascherine in contesti pubblici affollati. Credo che dovrebbero usarle indipendentemente, perché in questi pazienti anche una semplice infezione da virus trasmessi per via respiratoria può essere importante. Stesso discorso a scuola: se in classe c'è un bambino che ha una di queste condizioni, sarebbe bene che tutti i compagni prestino la dovuta attenzione.

Il secondo è un consiglio di civiltà, ma vale per tutte le infezioni respiratorie: se una persona ha la febbre, un raffreddore forte, un mal di gola, è bene che stia a casa per quattro o cinque giorni. Le pubblicità che invitano a prendere farmaci sintomatici (che agiscono solo sul sintomo e non sulla malattia, ndr) per poter tornare al lavoro nonostante la presenza di un'infezione delle prime vie aeree non sono adeguate per il messaggio sociale che veicolano. Un'infezione di questo tipo è contagiosa e altre persone, soprattutto quelle più fragili, possono subire le conseguenze del contagio.

Il terzo consiglio è molto importante ed è rivolto nuovamente alle persone fragili. In presenza di sintomi alle vie respiratorie bisogna fare immediatamente il tampone e contattare il proprio medico di medicina generale. Abbiamo terapie molto efficaci che funzionano se somministrate precocemente. Se una persona si presenta da noi dopo dieci giorni che sta male con la febbre quando cominciano i problemi respiratori è troppo tardi per cominciare queste terapie o comunque possono risultare meno efficaci".

Nelle prossime settimane ripartirà la campagna vaccinale, ma le persone sembrano essere sempre più diffidenti…

"È chiaro che avendo avuto tutti una vaccinazione e la maggior parte dei vaccinati un'altra infezione, le persone sono un po' deluse. In realtà la vaccinazione ci ha protetto e ci protegge ancora dalla malattia. Le indicazioni sulla nuova campagna arrivano dal Ministero della Salute e dall'Istituto Superiore di Sanità e non si può che concordare con queste. Il vaccino dà una migliore immunità anche sulle nuove varianti. Va detto che molti dei pazienti fragili rispondono poco alla vaccinazione. Per loro avremo nel giro di qualche mese un nuovo anticorpo monoclonale che permetterà di supplire alle deficienze del sistema immunitario, agendo anche sulle varianti che circolano adesso. Quindi queste persone devono vaccinarsi ed eventualmente usare i monoclonali".

Riusciremo a rendere il Covid un virus endemico?

"Credo che ci siamo già arrivati, ma è un virus che può sempre sorprenderci visto che ne siamo a conoscenza da poco. Potrebbe fare avanti e indietro tra gli animali e l'uomo e creare dei problemi con nuove varianti dal potere patogeno più alto e che sfuggono alla risposta immunitaria. Per questo serve sempre grande attenzione e vigilanza, come per tutte le malattie infettive, senza però allarmare la popolazione. Attualmente, a livello sanitario, ci sono sfide molto più preoccupanti del Covid in termini di mortalità, ma di cui non si parla, come i germi multiresistenti".

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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