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Il virus che sta uccidendo centinaia di conigli può contagiare l’uomo? La spiegazione della veterinaria

La mixomatosi sta facendo strage di conigli selvatici. A Fanpage.it Tiziana Rossi, consigliera dell’Ordine dei Veterinari della Provincia di Milano, spiega quali sono i pericoli del virus e se è trasmissibile all’uomo.
Intervista a Dott.ssa Tiziana Rossi
Medico veterinario e Consigliera dell'Ordine dei Medici Veterinari di Milano
A cura di Fabio Pellaco
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Nei giorni scorsi è scoppiato il caso dei conigli colpiti dalla mixomatosi. Molti si stanno infettando e stanno morendo nei prati della Brianza, in Lombardia. Ma quanto sono fondate le preoccupazioni dei cittadini verso una malattia che si sta diffondendo in tempi molto brevi? Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Tiziana Rossi, consigliera dell'Ordine dei Medici Veterinari della Provincia di Milano.

La mixomatosi è una malattia endemica in Lombardia

"In Lombardia la mixomatosi è endemica – spiega la dottoressa Rossi -. Ci sono alcuni periodi dell'anno in cui i casi aumentano, proprio come quello in cui ci troviamo, tra la fine dell'estate e l'inizio dell'autunno".

La malattia che colpisce i conigli si può manifestare in varie forme: "Una iperacuta, che porta alla morte improvvisa degli animali, e un'altra che dà problematiche respiratorie e provoca una congiuntivite, con gonfiore alle palpebre e nella regione genitale. A volte possono comparire anche noduli ben visibili nelle orecchie".

Proprio la forma più acuta è quella segnalata dagli abitanti di Seregno nei giorni scorsi, spaventati dalla moria di conigli. "La malattia si trasmette con il contatto diretto tra coniglio e coniglio oppure attraverso vettori terzi come le zanzare, le pulci e alcuni tipi di acari – prosegue la dottoressa -. Negli animali che superano la forma acuta, possono permanere delle forme di infezione latente con sintomi minori, che permettono loro di vivere, ma anche di contagiare altri animali".

I conigli domestici e da allevamento vengono vaccinati

Le segnalazioni arrivate da Seregno si riferiscono ai conigli selvatici che vivono nei prati e nei campi e quindi non sono sottoposti ai controlli e alla profilassi prevista. "Nessuno va a prendere i conigli in mezzo ai campi per curarli – sottolinea la dottoressa -. Anche perché c'è l'obbligo di segnalazione all'Ats (l'Agenzia di Tutela della Salute, ndr) o all'istituto zooprofilattico e nel caso si procede con l'abbattimento".

Diverse invece sono le procedure di prevenzione seguite per i conigli che vivono in casa o per quelli da allevamento, destinati al consumo umano. La dottoressa Rossi spiega che esiste "un trattamento antiparassitario, per evitare che pulci, zecche o zanzare possano morsicare e trasmettere la malattia e poi sono in commercio anche i vaccini. Per cui i conigli che vivono in appartamento vengono regolarmente vaccinati. Non hanno una grande possibilità di contrarre la malattia. Tuttavia, siccome è trasmessa dalle zanzare, se escono sui balconi c'è una remota possibilità che possano essere contagiati".

"Una malattia che si trasmette da coniglio a coniglio"

Visti gli effetti mortali che sta causando tra le colonie presenti nei prati della scuola di Seregno, la domanda più gettonata è se il virus possa contagiare anche l'uomo. La dottoressa Rossi è categorica nel rispondere: "Assolutamente no. Non c'è nessun pericolo, è solo una malattia che si trasmette da coniglio a coniglio".

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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