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Elezioni regionali Lombardia 2023

Il virologo Pregliasco si candida alle regionali con Majorino: “Serve novità, soprattutto nella sanità”

Fabrizio Pregliasco ha ufficializzato la sua candidatura come capolista della civica che sostiene Pierfrancesco Majorino. Intervistato da Fanpage.it, il virologo ha spiegato i motivi di questa sua decisione: “In Lombardia c’è bisogno di una sterzata, dimostriamo di aver imparato dal Covid-19”.
A cura di Enrico Spaccini
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Sarà il virologo Fabrizio Pregliasco il capolista della civica che alle elezioni regionali in Lombardia appoggerà il candidato presidente del centrosinistra e del 5S Pierfrancesco Majorino. "Mi è stato chiesto di metterci la faccia", commenta a Fanpage.it il direttore Sanitario dell’Irccs istituto ortopedico Galeazzi-Sant'Ambrogio e professore associato di Igiene Generale e Applicata dell'Università di Milano: "Mi candido come cittadino attivo e nella continuità della mia attività, dobbiamo garantire cure di qualità anche a chi è più in difficoltà".

Com'è stata accolta la sua candidatura?

Diverse persone mi hanno dato una pacca virtuale sulla spalla. Soprattutto quelle del Terzo settore, del volontariato, dei servizi sociosanitari, le Rsa e le strutture sanitarie. Che è un po' quello a cui voglio dare voce.

Cosa l'ha spinto a prendere questa decisione?

Penso che in Lombardia ci voglia una sterzata di novità, non solo sulla sanità ma su diversi argomenti. Per questo mi è stato chiesto di metterci la faccia, un modo per farsi sentire da chi cerca una rappresentanza.

E ha scelto di farlo con Majorino.

Con Majorino nella sua lista civica, come cittadino attivo e nella continuità della mia attività. Al di là di quella da virologo, è da anni che faccio il volontario. Sono stato anche presidente dell'Anpas (Associazione nazionale pubbliche assistenze) e voglio dare voce a questa realtà con lo spirito di servizio.

Prima di lei si è fatto avanti Andrea Crisanti alle politiche, Pietro Luigi Lopalco in Puglia e Walter Ricciardi con Azione. La pandemia da Covid-19 ha convinto il mondo della sanità a cercare una rappresentanza politica diversa?

Con Lopalco e Ricciardi condivido una tipologia di attività e di ricerca che riguarda la sanità pubblica, la prevenzione e l'igiene. Crisanti, invece, è microbiologo, è laboratorista, ma comunque per quanto ne so attento e impegnato anche lui su queste tematiche.

La materia che insegno e la mia esperienza sono concentrate proprio sull'aspetto gestionale della sanità. E il Covid-19 è stato un elemento di stress notevole. Dobbiamo dimostrare di aver imparato la lezione.

Qual è la principale criticità che rileva nel sistema sanitario regionale lombardo?

Il 30 per cento della popolazione, che è quella più fragile, assorbe il 70 per cento delle risorse del servizio sanitario nazionale. Spesso, però, non si ha il miglior servizio di qualità perché manca l'attività di prossimità, di presa in carico, che è la scommessa del futuro.

Si deve rivedere l'organizzazione della sanità a livello territoriale. Un intervento che è necessario per abbassare i costi e rendere più equa la sanità. L'obiettivo deve essere garantire qualità anche a chi è più fragile e a chi ha più difficoltà.

Dovesse diventare lei il nuovo assessore alla Sanità, su cosa concerterebbe i suoi primi sforzi?

Bisogna essere consapevoli del fatto che non c'è una bacchetta magica, nessuno può risolvere i problemi dall'oggi al domani. Dobbiamo impegnarci in un progetto. Di sicuro bisognerà affrontare il prima possibile l'aspetto dell'accesso alle cure e delle liste di attesa, un problema che si è accumulato con il Covid. L'importante è lavorare insieme agli operatori, sono così si potrà organizzare meglio l'assistenza sul territorio.

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