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Omicidio di Giulia Tramontano

Il video di Impagnatiello arrogante con i carabinieri dopo la scomparsa di Giulia Tramontano dimostra che ora mente

In questi giorni è stato diffuso il video di Alessandro Impagnatiello che svuota il contenuto del suo zaino alla presenza dei carabinieri di Senago (Milano). In quelle immagini è possibile vedere un Impagnatiello ben diverso da quello che possiamo vedere oggi nel corso delle udienze.
A cura di Margherita Carlini
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È stato reso pubblico in questi giorni il video di Alessandro Impagnatiello che svuota il contenuto del suo zaino marrone in pelle alla presenza dei carabinieri di Senago (Milano).

Il contenuto di quello zaino è assolutamente compromettente per Impagnatiello, tanto che una sua collega aveva sospettato di lui in riferimento alla scomparsa di Giulia Tramontano, dopo aver notato dei guanti in lattice che uscivano da una tasca dello zaino.

Ma le modalità con cui Alessandro Impagnatiello svuota quello zaino e l’atteggiamento che ha ci dice molto della sua personalità. Proviamo quindi ad osservarlo nel dettaglio e a contestualizzarlo.

È il 28 maggio 2023, Giulia Tramontano è stata uccisa il giorno prima, al momento per tutti è ancora una donna scomparsa, il suo corpo è nel garage di pertinenza all’abitazione, dove Impagnatiello lo ha nascosto dopo aver tentato di bruciarlo.

I carabinieri entrano nell’abitazione con Impagnatiello e, come si vede nel video, esaminano il contenuto dello zaino. È lo stesso Impagnatiello a estrarne il contenuto riponendolo sul letto, mentre un carabiniere, posto alla sua sinistra lo esamina e un altro alle sue spalle osserva quanto sta accadendo.

Impagnatiello ha già tirato fuori delle calze sporche, che dirà di aver utilizzato per il lavoro, i guanti in lattice e poi ad un certo punto estrae una confezione, la guarda molto velocemente senza alzare la testa e la ripone capovolta, al lato dello zaino, non di fronte come ha fatto con le cose che ha già estratto e con quelle che estrarrà successivamente.

In questo modo quella confezione risulterà in una posizione marginale rispetto al resto degli oggetti che vengono visionati. Subito dopo Impagnatiello poggia sopra a quella confezione un’altra cosa (che scivolerà sul letto) e poi ritorna a disporre gli oggetti al centro del campo visivo di chi osserva.

Un comportamento questo, che pur verificandosi nell’arco di qualche secondo può stare ad indicare la volontà dello stesso di “occultare” quel materiale. In questo senso è indicativo il comportamento che lo stesso assume subito dopo.

Impagnatiello infatti inizia a tirare fuori oggetti in maniera concitata gettandoli, sbattendoli sul letto, quasi sotto la faccia del carabiniere che nel frattempo ha preso in mano la confezione, come a voler catalizzare, spostare l’attenzione degli inquirenti.

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Se riguardiamo il video a rallentatore è possibile osservare come nell’arco di cinque secondi Impagnatiello estragga velocemente una moltitudine di oggetti (molto più in fretta di quanto aveva fatto fino a quel momento) fino a quando il carabiniere non lo interrompe chiedendogli conto del contenuto di quella confezione. Veleno per topi.

È proprio Impagnatiello che a chi gli chiede “Criceto, pure il topo c’hai?” risponde “No quello è veleno per topi” e spiega di utilizzarlo quando si fuma “le canne” dopo il lavoro per scacciare (con il veleno?!) i topi giganti  “panteganoni” che circolano per Milano.

Accompagnando questa sua narrazione con dei gesti illustratori che vengono utilizati con intenzionalità a supporto di quanto dichiarato. È chiaramente una spiegazione che non regge, del tutto inverosimile per non dire assurda, ma quello che colpisce è il modo spavaldo, sicuro di sé, quasi arrogante, con il quale Impagnatiello fornisce la sua verità.

Dimostrando di riuscire a mantenere la calma anche in una situazione in cui è estremamente esposto, di riuscire a guidare lucidamente le sue azioni e le sue parole. A mistificare la realtà pur di trarne vantaggio. Inoltre, con la storia delle canne Impagnatiello adotta modalità seduttive e manipolatorie: vuole mostrarsi tranquillo, collaborativo, al punto di “confessare” senza problemi l’uso di stupefacenti, per dimostrare che non ha nulla da nascondere.

Quello che vediamo in questo video è il vero Impagnatiello, il ragazzo egocentrico, esibizionista che fa della manipolazione e dell’aggressività il suo punto di forza. Perché con quel suo atteggiamento, se da un lato vuole mostrarsi collaborativo, accorciando le distanze con i suoi interlocutori attraverso la “confidenza delle canne”, dall’altro sottende un’aggressività tipicamente agita per raggiungere il controllo delle situazioni.

Un Impagnatiello ben diverso da quello che possiamo vedere oggi nel corso delle udienze, molto meno curato nell’aspetto fisico, con atteggiamento dimesso, di chi vuole, anche attraverso le dichiarazioni fornite, apparire pentito per ciò che ha fatto. "Sono sconvolto e perso, quel giorno me ne sono andato anche io, perché anche se sono qui, non vuol dire che sono vivo".

Ma il suo è un pentimento strumentale che risponde a quel funzionamento tipico della sua personalità. Impagnatiello vuole mostrarsi pentito, un pentimento impossibile vista la sua incapacità di provare empatia e vuole mostrarsi addolorato, ma la sofferenza di cui parla è riferita solo alla sua condizione. Un atteggiamento il suo, quello vittimistico, tipicamente posto in essere dai soggetti che funzionano in modo narcisistico quando vengono smascherati.

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