Il video di Giovanni Storti che si arrampica sulla cancellata per fermare l’abbattimento dei tigli a Milano
Questa mattina, martedì 10 ottobre, gli operai hanno abbattuto due tigli e il nespolo di piazzale Baiamonti. All'esterno del cantiere, i cittadini e i comitati hanno provato a opporsi a questo intervento, ma nel giro di un paio d'ore quegli arbusti sono scomparsi. Tra di loro c'era anche Giovanni Storti, il comico del trio Aldo, Giovanni e Giacomo, che pur di provare a fermare le macchine si è arrampicato sulla cancellata che delimita il parco.
Il cantiere del Museo nazionale della Resistenza
In quel piazzale sorgerà il Museo nazionale della Resistenza. Già dallo scorso aprile era emerso il problema che per la sua realizzazione il Comune aveva posto come condizione necessaria l'abbattimento dei alberi presenti nonostante fossero esterni al progetto dell'edificio.
A fine maggio il sindaco Giuseppe Sala aveva assicurato che il glicine di quasi 80 anni sarebbe rimasto in piedi, sebbene fortemente potato, mentre per i quattro tigli e il nespolo si sarebbe trovata una soluzione.
La potature del glicine e l'abbattimento dei tigli
Pochi mesi dopo, le ruspe hanno abbattuto due di quei tigli: "Sani, rigogliosi, stabili che hanno impiegato anni e anni a creare quello che c'era in Baiamonti", scrive il comitato di cittadini Baiamonti Verde Comune su Facebook, "donando ombra, bellezza, rifugio all'avifauna, contribuendo a rendere migliore una città così inquinata come Milano".
I comitati di quartiere, supportati anche da personalità dello spettacolo come Giovanni Storti e Fabio Volo, per settimane hanno provato a sensibilizzare l'opinione pubblica a riguardo della situazione piazzale Baiamonti e a chiedere un confronto con il Comune di Milano.
"Non abbiamo potuto difendere quegli alberi perché ci sono leggi e regolamenti che ci impediscono di fare da scudo alle seghe che li hanno tagliati in pochi minuti", ha commentato il Comitato una volta abbattuti i tigli, ricordando come anche il "glicine è stato seriamente compromesso dal taglio dei ‘figli' e poi dallo strappo di tutta la chioma presente disattendendo quanto previsto dalle leggi".