Il video dell’incendio del negozio in cui morirono 3 ragazzi, preso l’autore: il rogo per un debito da 50mila euro

Svolta nelle indagini sul rogo di via Cantoni a Milano. È stato arrestato in Olanda il 26enne Washi Laroo, esecutore materiale dell’incendio in cui lo scorso 12 settembre avevano perso la vita tre giovani di 17, 18 e 24 anni che dormivano al piano terra.
A cura di Francesca Del Boca
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La commemorazione delle tre vittime: il 24enne An Pan, il 17enne Yinjie Liu e la sorella 18enne Yindan Dong hanno perso la vita lo scorso 12 settembre nel rogo di via Ermenegildo Cantoni a Milano
La commemorazione delle tre vittime: il 24enne An Pan, il 17enne Yinjie Liu e la sorella 18enne Yindan Dong hanno perso la vita lo scorso 12 settembre nel rogo di via Ermenegildo Cantoni a Milano

È stato arrestato quello che è stato ritenuto il responsabile dell'incendio appiccato nello showroom cinese di via Ermenegildo Cantoni a Milano: nel rogo avevano perso la vita il 24enne An Pan, il 17enne Yinjie Liu e la sorella 18enne Yindan Dong, che dormivano al piano terra del locale. I carabinieri hanno raggiunto infatti in Olanda Washi Laroo, 26enne olandese di origini nordafricane che la notte del 12 settembre scorso avrebbe appiccato il fuoco nel magazzino in zona Certosa, trasformando l'emporio in una trappola di fuoco. Con lui, ripreso dalle telecamere di sorveglianza di zona, sono stati sottoposti a fermo dai carabinieri della quinta sezione del nucleo investigativo di Milano e dai colleghi della compagnia Porta Magenta anche altri due uomini di nazionalità cinese, 34 e 40 anni, accusati di omicidio volontario aggravato, incendio doloso e tentata estorsione.

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I tre, secondo quanto ricostruito dagli investigatori dell'Arma diretti da Antonio Coppola e Fabio Rufino, avrebbero agito per un debito da 50mila euro che i proprietari del locale avevano contratto con un connazionale per i lavori di ristrutturazione di un altro magazzino in provincia di Udine. Il creditore, però, sarebbe a sua volta in debito per questioni di droga con l'altro soggetto di nazionalità cinese. Da qui sarebbe partita l'idea di contattare "l'olandese", 26enne residente a Middelburg (Paesi Bassi) e di casa a Milano nei giorni prima dell'incendio. Sarebbe stato lui a minacciare con un coltello prima il titolare dell'attività, mentre rientrava a casa nella zona di via Paolo Sarpi, e poi la moglie il giorno successivo, proprio davanti allo showroom di via Cantoni. Una tentata estorsione che i due avevano prontamente denunciato alle forze dell'ordine.

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L'uomo, secondo quanto emerso dalle indagini, aveva ricevuto così l'incarico di far pagare ai lavoratori dell'emporio il debito non saldato. Su precise indicazioni è entrato così nello stabile di via Cantoni di nascosto, mentre i tre ragazzi dormivano, è salito al primo piano e ha dato fuoco a tutto, per poi fuggire dall'uscita posteriore. "I tre ragazzi avevano provato a fuggire", aveva spiegato il procuratore Marcello Viola all'indomani della tragedia. Le vittime sono state trovate riverse a terra, ancora in pigiama. "Sono stati svegliati dalle fiamme. Il fumo, però, potrebbe averli disorientati".

"Ha i soldi e non li vuole dare, vuole fare il cafone. Hai capito, vuole fare il cafone", aveva detto, intercettato dai militari, il 34enne di nazionalità cinese ora agli arresti. "Il suo locale è stato incendiato, tutti noi del settore di ristrutturazione siamo contenti… Se l'è meritato l'incendio, naturalmente è meritato. Lui è molto cattivo, è noto nel nostro settore di ristrutturazione, è molto tirchio”.

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