“Gay di m***a, ti ammazzo”: il video dell’aggressione omofoba alla stazione di Pavia
"Gay, femmina, femminuccia, ma non ti vergogni?" E ancora vere e proprie minacce. "Vuoi vedere come ti ammazzo, gay di m…? Lo vuoi vedere? Ti devi solo vergognare, vieni qua gay, vieni qua".
Sono le frasi che si sentono in un video social, diventato virale sul web e girato oggi alla stazione di Pavia da una coppia di fidanzati, Luca e Nicolas. "Oggi ho deciso di fare un giro a Pavia con il mio ragazzo, e questo è stato il benvenuto che abbiamo ricevuto alla stazione", recita la descrizione del video. Sotto, l'hashtag: "Pride Month".
L'aggressione in mezzo alla gente
Le immagini riprendono un giovane uomo che prima insulta e poi si mette a inseguire nel piazzale della stazione i due fidanzati. "Mettiti la gonna, femmina", grida in mezzo alla gente in attesa dei mezzi pubblici. Indifferente, in disparte, mentre i due fidanzati terrorizzati fuggono a gambe levate.
"Scappa, scappa pure. Gay, gay, gay del c…, ti ammazzo. Guarda che fr…", le urla. "Femminuccia, mettiti la minigonna e vai a casa. Ma non ti vergogni?". E davanti alla telecamera puntata: "Cosa fai, fotografi? Non ho paura di te, pedofilo, secondo te ho paura dei gay? Vuoi vedere come ti sfascio il telefono? Te lo rompo, morto di fame".
Lo sfogo dell'autore del video
"Sono stufo di questi attacchi, di dover sempre subire questo trattamento semplicemente perché sono come sono", il commento dell'autore del video, Luca, in una storia su Instagram. "Sono anche vestito normale, sono stufo di sentirmi urlare questi insulti. Sono stufo di dover scappare".
"Da quanto ho 14 anni la gente si sente libera di urlarmi queste cose per strada. sono stufo di avere l'ansia anche solo di fare una passeggiata. È inaccettabile", prosegue il ragazzo. "E poi la gente dice che non servono iniziative come il Pride month… invece sono fondamentali, c'è ancora tanta strada da fare. Dobbiamo poterci sentire liberi di essere come siamo". E aggiunge: "C'è un'altra cosa poi che mi ha fatto arrabbiare: l'indifferenza delle persone intorno a noi alla stazione, come se quello che stava accadendo fosse normale".