Il vicino di Genovese: “Le mie feste sono la Milano perbene: belle donne, ma senza alcol né droga”
Abbiamo imparato a conoscere la Terrazza Sentimento di Alberto Genovese, le manie del proprietario di casa, i suoi ospiti, le abitudini e le sue perversioni. Ma chi vive nel palazzo esclusivo in piazza Beltrade 1, a pochi passi dal Duomo di Milano? Abbiamo conosciuto l’inquilino del piano inferiore, che da 5 anni è il vicino dell’attico dove i party costavano anche 150mila euro. "Anche io ho fatto feste da 100mila euro ma senza alcol né droga”, racconta a Fanpage.it Salvatore Varano, imprenditore e commercialista calabrese che ha costruito un piccolo impero anche grazie alle modelle. “Per anni ho avuto un’agenzia di moda, questo mi ha permesso di conoscere donne bellissime e le belle donne ti portano ad avere contatti con il mondo degli imprenditori importanti, politici, liberi professionisti. Sono un’ottima chiave per le pubbliche relazioni. Ma la mia prima regola è rispetto per le donne, non trattarle come oggetti. Questo è il motivo per cui sono ancora in ottimi rapporti con tutte, per me sono come sorelle”.
L'altra faccia delle feste
Varano è l’altra faccia delle feste di Milano. Tanti soldi, tanto potere, tanti contatti ma niente eccessi. Che non significa niente divertimento. “Prima del Covid organizzavo dieci feste all’anno, anche all’estero come negli Emirati Arabi o in Sardegna, oppure in location importantissime qui a Milano. Niente droga, mai. Ovviamente sono feste, quindi spesso per l’animazione c’erano drag queen, ragazze immagine ben vestite, sexy colf. La gente fa la fila per venire".
"Sono un Berlusconi jr."
Il jet privato non è un’esclusiva di Genovese. “Per andare in Sardegna costa 7-10mila euro”, spiega Varano, che dopo aver guadagnato una posizione lontano dalla sua regione ora sogna di diventare sindaco di Milano. “Penso che mi candiderò con una lista civica, sono proprio i contatti costruiti in questi anni a sostenermi. E poi ho una squadra di calcio…”. Lo racconta mentre percorriamo i 600 metri che da piazza Beltrade lo separano dal suo ufficio alle spalle del Duomo. “Si chiama Milano City, gioca in serie D. Un domani vorrei comprare il Milan”. Sembra una storia già vista. In pratica nel palazzo di Genovese c’è un "Berlusconi jr.": "Esatto, potete chiamarmi così. Tra l’altro ho partecipato a feste anche con Silvio Berlusconi (ha fornito foto, ndr) a Roma".
Stesso palazzo, mondi diversi
Al quinto piano Genovese, al quarto Varano, distanti una rampa di scale ma su altri pianeti. “L’ho incrociato qualche volta in compagnia di belle ragazze ma non abbiamo mai avuto rapporti. Sapevo perfettamente chi era perché tutti nel condominio sentivamo le sue feste, era impossibile non rendersene conto visto il livello della musica – continua il commercialista – Di sera c’era spesso viavai di taxi, auto con autista. Gli altri condomini si lamentavano degli schiamazzi ma nessuno mi ha invitato a firmare un reclamo ufficiale”.
Ora nel palazzo è tornata la quiete e, pur rammaricandosi della terribile violenza subita dalla 18enne quel 10 ottobre, sono in molti a gioire per l’arresto del condomino. “Sicuramente il suo portafogli lo aiuterà, anche in termini di riduzione della pena – commenta Varano, che stavolta sveste i panni del vicino per fornire un’analisi da commercialista -. Solo in avvocati gli costerà tantissimo. Un legale può chiedere anche 100mila euro solo per leggere le carte. Poi, con l’eventuale accertamento dello stupro, c’è la fase risarcitoria della vittima, che in un caso del genere potrebbe chiedere anche 5 milioni di euro. Ma uno con quel patrimonio è disposto anche a darne 10 per ottenere uno sconto. In ogni caso credo che neppure il mondo dei soldi riuscirà a perdonare a Genovese quello che ha fatto. È un reato troppo grave, troppo respingente”.