Il vicino di casa indagato per prostituzione: “Ho fornito clienti ad Alessia Pifferi senza guadagnarci”
Continuano le indagini anche nei confronti del vicino di casa di Alessia Pifferi: l'uomo, Massimiliano Superchi, è indagato per favoreggiamento alla prostituzione.
Come si difende il vicino di casa
Stando a quanto è emerso in un primo momento l'uomo, che abitava al piano di sotto, sarebbe indagato per via dei contenuti emersi dall'analisi delle chat di Alessia Pifferi, la donna in carcere con l'accusa di aver abbandonato la figlia di 18 mesi per sei giorni lasciandola morire di stenti. Dai messaggi tra i due, gli investigatori hanno scoperto che la donna aveva chiesto al vicino di casa uomini disposti ad avere con lei un rapporto sessuale a pagamento. L'uomo sentito dal programma tv Rai Ore 14 ha tenuto a precisare: "Alessia Pifferi una volta mi aveva chiesto soldi. Non lavorava, per forza quindi aveva bisogno di soldi".
Poi si difende così dalle accuse: "Mi hanno dato lo sfruttamento della prostituzione e favoreggiamento. Io con lei ci scherzavo perché la conoscevo da venti anni e passa: è qualcosa che non ha senso. Non ho mai visto un centesimo. Ha ammesso lei di aver avuto per tre volte rapporti sessuali a pagamento. Mi ha chiesto se conoscevo qualcuno. Le ho detto di sì e le ho detto: ‘Fai quello che devi fare'. Poi vengo accusato del reato di sfruttamento della prostituzione".
Rapporti sessuali a pagamento per fare un regalo al compagno
Davanti ai giudici della Corte d'Assise Alessia Pifferi ha precisato di essersi prostituita tre volte perché aveva bisogno di soldi: voleva regalare un giro in limousine al suo compagno con la speranza di ricevere durante la serata una proposta di matrimonio. E proprio questi alti e bassi della sua relazione secondo lo psichiatra Marco Garbarini, consulente della difesa, "avevano generato in lei periodo di fatica e vuoto e questo ha rafforzato la sua instabilità, non consentendole di avere comportamenti adeguati". Alessia Pifferi aveva lasciato Diana a casa per sei giorni perché aveva raggiunto il compagno a Leffe, in provincia di Bergamo.