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Il vero ritardo sui vaccini Covid in Lombardia è nelle Rsa: la campagna è ancora da organizzare

Prende il via, almeno ufficialmente, la campagna di vaccinazione anti Covid per gli ospiti e gli operatori delle Rsa lombarde. Ma l’organizzazione è ancora in alto mare e tutta da definire. Tranne per alcune eccezioni – al Pio Albergo Trivulzio la prima fase sarà completata all’inizio della prossima settimana – le strutture sono ferme. Le difficoltà sono fotografate da una comunicazione di Ats Milano, che solo il 7 gennaio chiede alle case di riposo se sono autonome o meno nella gestione dei vaccini.
A cura di Simone Gorla
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La campagna di vaccinazioni nelle Rsa della Lombardia è partita, almeno ufficialmente, ma con numeri bassissimi e forti ritardi. Al netto di eccezioni come il Pio Albergo Trivulzio, che è partito il 27 dicembre e promette di chiudere la prima fase entro l'11 gennaio, la stragrande maggioranza delle residenze sanitarie assistenziali lombarde non ha ancora avviato le iniezioni. Colpa di ritardi burocratici, procedure non chiare e della necessità di formare il personale. Ma anche di comunicazioni arrivate in ritardo.

Partono i vaccini nelle Rsa lombarde, ma i numeri sono bassi

"Oggi la campagna è partita con una Rsa per provincia. Escluso che siano stati eseguiti più di un migliaio di vaccini", spiega a Fanpage.it Luca Degani, presidente lombardo di Uneba, l'organizzazione di categoria del settore sociosanitario. "Il sistema di raccolta delle adesioni per gli ospiti è cambiato solo due giorni fa. Ora in caso di incapacità di intende e di volere, o di assenza o irreperibilità del tutore, sarà il responsabile medico della struttura assumerà la funzione di amministratore di sostegno, nel limite del consenso al vaccino". Una svolta che aumenterà le adesioni tra gli ospiti, ma ha rallentato l'avvio delle operazioni. Diversa la partita sui lavoratori. "Stando ai numeri a mia disposizione, solo il 10 per cento non vorrebbe aderire, ma bisognerà vedere all'atto pratico. L'Uneba e i sindacati Cgil, Cisl e Uil, in una nota congiunta hanno auspicato "la più alta adesione possibile dei lavoratori occupati negli enti alla campagna vaccinale in corso, al fine di evitare che le rinunce al vaccino possano determinare conseguenze negative per la salute degli utenti " e "concordano di attivarsi per promuovere, tra i lavoratori occupati negli enti, campagne di informazione e sensibilizzazione finalizzate alla vaccinazione anti COVID-19".

Campagna anti Covid ancora da organizzare: la comunicazione di Ats Milano

Ma il vero problema, che rallenta e rende incerti i tempi di vaccinazione degli ospiti delle Rsa, è rappresentato dall'organizzazione della consegna e conservazione delle dosi, ma anche nella formazione del personale per vaccinare. È di oggi, 7 gennaio, una comunicazione di Ats Milano che (oltre a escludere le Rsd, le residenze per disabili) chiede alle Rsa del territorio di comunicare la loro autonomia – o meno – nell'esecuzione dei vaccini. In pratica, l'azienda di tutela della salute sta raccogliendo solo ora le disponibilità delle strutture a vaccinare senza bisogno di supporto da ospedali o Usca.

Si comunica che, in ottemperanza alle indicazioni della Struttura Commissariale Nazionale, al momento le unità d’offerta sociosanitarie incluse nell’elenco delle strutture eleggibili con le prime consegne del vaccino sono le RSA, con i loro ospiti ed operatori.

Regione Lombardia ha confermato che l’apertura alla vaccinazione potrà avvenire successivamente anche per le altre unità di offerta sociosanitarie, sulla base delle indicazioni operative che perverranno dalla Struttura Commissariale Nazionale e dell’effettiva consegna delle dosi.Si chiede pertanto, al fine di predisporre le attività propedeutiche all’applicazione della campagna vaccinale anti – COVID, di compilare entro martedì 12/01/2021, il file allegato con l’indicazione di tutte le unità d’offerta sociosanitarie afferenti al vostro ente e per ciascuna e con la specifica di tutti i campi, inserendo una riga per ogni struttura/UDO.

In particolare è importante che per ogni struttura si indichi il grado di autonomia nella vaccinazione. Occorre inserire una delle tre opzioni: AUTONOMA o PARZIALMENTE AUTONOMA o NON AUTONOMA.

Di seguito cosa si intende per ognuna delle tre scelte possibili:

1- AUTONOMA: la struttura è in grado di fare tutte le azioni seguenti, dopo formazione del proprio personale sanitario mediante FAD ministeriale ad hoc. Ricevere il vaccino dal proprio hub e di conservarlo in frigo a temperatura -2 C° / – 8 C° per massimo 5 gg; la struttura è in grado da sola di diluire il vaccino e produrre le singole dosi da somministrare; la struttura è in grado di procedere alla somministrazione del vaccino.

2- PARZIALMENTE AUTONOMA: la struttura NON è in grado di conservare il vaccino; è invece in grado di diluire il vaccino consegnato dall'hub e produrre le singole dosi da somministrare; la struttura è in grado di procedere alla somministrazione del vaccino. Per la diluizione e la somministrare occorre utilizzare personale sanitario che andrà formato con la FAD Ministeriale.

3- NON AUTONOMA: la struttura non è in grado di conservare, nè diluire, né somministrare il vaccino; serve intervento in loco di equipe esterna.

Al Trivulzio prima fase conclusa entro l'11 gennaio

Grazie a una corsia preferenziale (è uno dei 65 hub lombardi per il vaccino) al Pio Albergo Trivulzio di Milano, la storica casa di riposo che nella prima ondata di Coronavirus contò centinaia di morti, la campagna vaccinale è invece iniziata già dal 27 dicembre. Fabrizio Pregliasco, virologo e supervisore scientifico dell'istituto, ha comunicato che entro i primi giorni della prossima settimana la prima fase al Pat sarà conclusa con la somministrazione della prima dose a tutti gli anziani, circa 900 ospiti in totale, e al personale sanitario, ossia 800 dipendenti che hanno aderito. È quanto si legge anche nell'ultimo bollettino della struttura. La campagna di vaccinazioni, ha aggiunto il professore, "sta andando molto bene, c'è stata una grandissima adesione".

Fino al 5 gennaio, si legge nel bollettino, sono stati "vaccinati 174 ospiti e 102 persone tra il personale operativo aziendale". E fino "all'8 gennaio sono previste le restanti vaccinazioni degli ospiti del Pat, Frisia e Principessa Jolanda", le strutture del Trivulzio. Entro l'11 gennaio "si prevede di vaccinare anche tutto il personale operativo delle tre sedi che ne ha fatto richiesta". Il 17 gennaio, poi, riceveranno la seconda dose i primi anziani vaccinati già il 27 dicembre. Seconda dose che, spiega l'istituto, "consentirà, dopo una settimana, di considerarli immuni al virus".

Da Niguarda dosi alle Rsa e formazione per gli operatori che dovranno vaccinare

Consegna dei vaccini alle Rsa già avviata anche a Niguarda, il principale hub lombardo. "Continua la distribuzione dei vaccini anti covid presso le Rsa, grazie ai nostri infermieri di comunità", informa l'Asst in una nota. Le dosi vengono prelevate dalla farmacia di Niguarda e trasportata con la valigetta che consente il mantenimento della temperatura i vaccini sono già scongelati, quindi il trasporto avviene a temperature tra i 2 e gli 8 gradi). Arrivati presso la struttura, gli infermieri dell'ospedale spiegano agli operatori sanitari della casa di riposo quali sono le modalità di gestione e somministrazione dei vaccini. L'idea è che gli infermieri delle singole Rsa "possano in autonomia eseguire la vaccinazione al personale interno e ai pazienti ricoverati".

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