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Il trapper Baby Gang chiede di uscire dal carcere: “Nei miei video social pistola e marijuana erano finte”

Baby Gang, 22 anni, all’anagrafe Zaccaria Mouhib, ha chiesto ai giudici la scarcerazione: “Incarcerato per un video che era solo finzione. Pistola e marijuana erano finte”.
A cura di Giorgia Venturini
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Baby Gang (foto da Instagram)
Baby Gang (foto da Instagram)

"Incarcerato per un video che era solo finzione. Pistola e marijuana erano finte". Si difende così davanti al Tribunale del riesame il trapper da milioni di follower Baby Gang, 22 anni, all'anagrafe Zaccaria Mouhib: ai giudici ha chiesto la scarcerazione perché era tutto finto. Il trapper è già stato condannato in primo grado a 5 anni e 2 mesi per la sparatoria avvenuta nella notte tra il 2 e il 3 luglio 2022 in via di Tocqueville, vicino a corso Como, zona della movida milanese. Quella notte rimasero feriti due senegalesi. L'accusa durante il processo d'Appello ha chiesto di riconfermare la stessa condanna. 

Potrebbe però arrivare prima la decisione del Tribunale del Riesame. Baby Gang ha chiesto di uscire dal carcere: in cella era ritornato a fine aprile dopo che, mentre era ai domiciliari con braccialetto elettronico, avrebbe pubblicato "fotografie su Instagram" nelle quali veniva "ritratto mentre impugna una pistola che punta verso l'obiettivo". Ma lui in merito a quelle immagini ha detto: "È ingiusto. È come se si prendesse un attore che fa film di azione e lo si mettesse dentro per quello che fa nei film, senza capire che è tutta una finzione".

L'avvocato del trapper, Niccolò Vecchioni, nell'istanza di scarcerazione ha chiesto che Baby Gang ritorni ai domiciliari. Ha spiegato che quelle fotografie devono andare "lette alla luce del loro significato simbolico e artistico" e "hanno come unico scopo quello di enfatizzare il carisma del trapper" per l'uscita dell'ultimo album. Inoltre, la pagina Instagram del cantante non è amministrata direttamente da lui, ma dal suo manager che si occupa "dell'aspetto comunicativo e della gestione dei canali social".

E ancora: Baby Gang "ha sempre – spiega l'avvocato – lavorato previa autorizzazione, era autorizzato a fare quei videoclip per promuovere l'album e anche il suo collaboratore che gestiva il suo profilo social era autorizzato a pubblicare i contenuti". E qui interviene il trapper: "Mi è stato consentito di fare dei video e poi quando li ho fatti mi sono stati contestati come una violazione". Ovvero di nuovo la carcerazione. Baby Gang e il suo avvocato hanno poi ribadito che pistola e droga erano sempre finti nei video girati e pubblicati. La decisione spetta ai giudici che potranno decidere nei prossimi giorni.

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