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Il tiktoker Davide Garufi si è tolto la vita: si indaga per istigazione al suicidio e omessa custodia dell’arma

Mercoledì 19 marzo il tiktoker Davide Garufi si è tolto la vita con un’arma da fuoco mentre si trovava nella sua abitazione a Sesto San Giovanni (Milano), dove viveva con la famiglia. Sulla morte è stato aperto un fascicolo per istigazione al suicidio.
A cura di Giulia Ghirardi
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Fonte: Facebook
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Nel tardo pomeriggio di mercoledì 19 marzo il tiktoker Davide Garufi si è tolto la vita con un'arma da fuoco mentre si trovava nella sua abitazione a Sesto San Giovanni, in provincia di Milano, dove viveva con la famiglia. Sulla morte è stato aperto un fascicolo, ma non sembrerebbe essere legato ai messaggi di odio sui social.

Secondo le ultime informazioni disponibili, la Procura di Monza ha aperto un fascicolo di inchiesta per omessa custodia di arma da fuoco e istigazione al suicidio, sulla morte di Davide Garufi. Lo ha confermato oggi, lunedì 24 marzo, il procuratore della Repubblica di Monza Claudio Gittardi. Le indagini relative alle responsabilità di terzi nel portare il giovane a togliersi la vita, non sarebbero, però, collegate ai messaggi apparsi sui social media come, invece, si era pensato all'avvio delle indagini condotte dai Carabinieri di Sesto San Giovanni.

Oltre all'istigazione al suicidio, il fascicolo indaga anche l'omessa custodia di arma da fuoco, la stessa che il ragazzo avrebbe usato per togliersi la vita e che, secondo quanto appreso da fonti investigative di Fanpage.it, si trovava in uno zainetto lasciato all'interno dell'abitazione. L'arma era regolarmente detenuta in quanto l'uomo svolge la professione di guardia giurata ma non sarebbe stata adeguatamente protetta, tanto che l'uomo è stato denunciato per incauta custodia di arma da fuoco. Al momento, le indagini si stanno concentrando sull'analisi del computer e del telefono di Garufi. Nel mentre, gli investigatori hanno iniziato ad ascoltare le testimonianze anche degli amici e del fidanzato. Sembrerebbe, infine, come confermato a Fanpage.it, che in passato ci siano già stati episodi autolesivi.

Chi era Davide Garufi

Garufi lavorava in un centro commerciale a Sesto San Giovanni, dove i clienti, arrivando al reparto scarpe in cui era addetto alle vendite, spesso lo riconoscevano per averlo visto su TikTok, piattaforma in cui Davide condivideva contenuti personali e sketch umoristici attraverso vari profili che hanno cambiato nome e stile nel corso degli anni. Popolarità che non è, però, stata sempre positiva, poiché ripetutamente Davide Garufi, stando a quanto riportato a Fanpage.it da chi lo conosceva bene, avrebbe ricevuto commenti negativi, quando non insulti, per aspetti legati alla sfera più intima della persona.

Da anni Davide Garufi, infatti, utilizzava i social non soltanto come mezzo di svago, ma come luogo dove condividere il proprio percorso di vita personale. È proprio su TikTok, infatti, che il 21enne aveva deciso di fare coming out come donna transgender, chiedendo ai suoi follower di essere chiamata con il nome Alexandra. Tuttavia, dopo pochi mesi, aveva deciso di tornare a utilizzare il suo nome di nascita, Davide, dichiarando di identificarsi come non binary e accettando di essere appellato anche con pronomi maschili.

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