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Il telefono spento e nessun vestito con sé: cosa non torna nella scomparsa di Kimberly Bonvissuto

Il telefono della ragazza di 20 anni scomparsa da Busto Arsizio sarebbe stato spento subito dopo che è uscita di casa e mai più riacceso, nonostante Kimberly Bonvissuto avesse portato il caricabatterie con sé. Dalla casa non mancano però altri effetti personali.
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I genitori di Kimberly Bonvissuto continuano a fare appelliaffinché la figlia torni a casa o comunque si metta in contatto con qualcuno per rassicurarli circa le sue condizioni di salute. In questo momento, a maggior ragione dopo il caso di Giulia Cecchettin, la paura che possa essere successo il peggio quando una ragazza scompare improvvisamente è tanta. Ed è per questo che gli agenti della Commissariato di Busto Arsizio da una settimana non stanno tralasciando nessuna ipotesi, ma soprattutto stanno tentando di analizzare ogni dettaglio di questa vicenda. Anche quelli che non tornano.

I dubbi sulla scomparsa di Kimberly Bonvissuto

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Oramai sono passati sei giorni dal 20 novembre, quando Kimberly Bonvissuto è uscita di casa dicendo alla madre che sarebbe andata dalla cugina ed è sparita nel nulla. E il dubbio principale degli inquirenti e dell'opinione pubblica è uno: come può sopravvivere per una settimana una ragazza di 20 anni senza soldi e senza appoggi?

Certo, se si sapesse se effettivamente aveva appuntamento con un ragazzo e soprattutto l'identità di questo molti dubbi si potrebbero sciogliere. La ragazza di 20 anni potrebbe, infatti, essere da lui o con lui, che potrebbe avere abbastanza disponibilità per vivere in questi sei giorni.

Ma, al momento, l'unica a raccontare di questo incontro è la cugina, che avrebbe dovuto coprire il segreto con i genitori. Neanche lei, però, sembra sapere l'identità di questo ragazzo. L'unica possibilità di rintracciarlo potrebbero essere quindi i tabulati telefonici. Ed è già da qui che emergono i primi elementi su cui si stanno concentrando gli investigatori.

Gli elementi delle indagini della Polizia

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Coma da prassi, la Polizia di Stato che sta seguendo le indagini si sta concentrando sui movimenti del telefono di Kimberly. Ma questo sembra essere stato spento poco dopo che la ragazza è uscita di casa a Busto Arsizio e non è mai più stato acceso, nonostante dalla ricostruzione sembrerebbe che lei abbia portato con sé il caricabatterie proprio perché avrebbe dovuto fermarsi dalla cugina. Perché quindi portarsi il caricabatterie, se poi si spegne volontariamente il telefono?

Dall'altro lato, però, dalla sua stanza nella casa materna non mancherebbero vestiti e nessun altro effetto personale: c'è lo spazzolino, il pigiama, tutto. Una circostanza perfettamente compatibile con l'ipotesi che la 20enne avrebbe dovuto trascorrere alcune ore fuori, ma non così tante da doversi portare un ricambio.

Per il resto, purtroppo, le ricerche brancolano nel buio: non ha ancora fiutato nulla il cane molecolare a cui sono stati fatti annullare i vestiti di Kimberly, ma non hanno neanche visto nulla i piloti della Polizia di Stato che hanno sorvolato la zona nella speranza o nel terrore di notare qualcosa dall'alto.

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