Il sindaco Sala non vuole andare al voto per il nuovo stadio a San Siro, ma i consiglieri protestano: “È ingiusto”
Archiviata l'ipotesi ristrutturazione per il ‘Giuseppe Meazza' di San Siro, i dirigenti di Milan e Inter hanno riaperto il dialogo con la città di Milano riguardo la costruzione di un secondo stadio nello stesso quartiere. Un progetto che era al centro del dibattito nel 2019 e che sembrava ormai accantonato vista la propensione delle due società di costruirsi ciascuna il proprio impianto, ma che invece è tornata a essere una delle possibili soluzioni al termine dell'incontro avvenuto con Giuseppe Sala lo scorso 13 settembre. Il sindaco di Milano, però, ha precisato che al momento è solo un'idea e che si tratterebbe comunque di "un processo molto lungo" che, però, "non ripartirà da zero" elencando le delibere fatte in merito fino al 2023. Sala, dunque, non vuole passare di nuovo per il parere del Consiglio comunale il quale, però, chiede di essere ascoltato.
La delibera del 2023 come punto di partenza
Il percorso burocratico e amministrativo dovrebbe ripartire, secondo il sindaco di Milano, dalla delibera di giunta approvata nel 2023 che ha ratificato il parere espresso dal Consiglio comunale in merito al futuro di San Siro. Poiché l'atto non è scaduto, sarebbe il punto di partenza del dialogo con le società sportive.
Sia Milan che Inter, infatti, hanno chiesto alcune informazioni prima di poter prendere in considerazione l'idea di procedere nella realizzazione di un secondo stadio accanto al ‘Meazza'. Innanzitutto la valutazione, attesa a breve, da parte dell'Agenzia delle Entrate del costo dello stadio e dell'area intorno. Dopodiché servirà capire i limiti della ristrutturazione del vecchio impianto stabiliti dal vincolo della Soprintendenza e, in generale, i tempi per le varie operazioni.
I consiglieri chiedono di essere ascoltati
Se da un lato il dialogo con le società sembra aver imboccato una strada precisa, dall'altro il Consiglio comunale milanese chiede di poter rientrare nel dibattito. Per accelerare i tempi, Sala intenderebbe escludere la politica dall'interlocuzione con le squadre. Sia da destra che da sinistra, però, tutti vogliono essere ascoltati. "Non è vero che il Consiglio si è già espresso", ha dichiarato Francesca Cucchiara di Europa Verde", "quando è stato votato l'ultimo ordine del giorno l'oggetto della discussione era la costruzione di un nuovo stadio al posto del vecchio. L'ipotesi dei due stadi attaccati non è mai stata presa in considerazione. Pensare di escludere dal processo decisionale cittadini e le istituzioni che li rappresentano è una presa di posizione veramente miope, ingiusta e deludente".
"Siamo tornati al punto di partenza", ha fatto notare Beatrice Uguccioni, capogruppo del Pd, "la prossima settimana faremo degli incontri con l’assessore all’Urbanistica Tancredi, perché come Consiglio vogliamo essere coinvolti". Per Marco Fumagalli, della lista Sala, "San Siro non si può vendere" mentre Alessandro Giungi (Pd) ha dichiarato: "Mi opporrò all’ipotesi di uno stadio costruito a ridosso di San Siro".
Quello che Alessandro De Chirico, consigliere comunale per Forza Italia, descrive come "gioco dell'oca", per Carlo Monguzzi è "follia". Il consigliere di Europa Verde afferma che "un altro stadio a San Siro consumerebbe 50mila mq di verde in un momento in cui bisogna disasfaltare e decementificare", promettendo che "ci metteremo davanti alle ruspe".
Le ipotesi "numero uno" di Milan e Inter
Intanto lo scorso sabato, 14 settembre, prima del fischio d'inizio di Milan-Venezia il presidente del Milan, Paolo Scaroni ha parlato delle intenzioni dei rossoneri. "La ristrutturazione di San Siro non è possibile per tante ragioni", ha sintetizzato Scaroni, mentre per quanto riguarda il secondo impianto a San Siro "non è nulla di deciso e nulla di scontato". Per il Milan, comunque, "l'ipotesi numero uno è San Donato".
Diverse, invece, la situazione dell'Inter. La società nerazzurra, quando era tra le mani di Steven Zhang, aveva opzionato l'area Cabassi di Rozzano che scadrà il primo gennaio. Lo stesso sindaco del comune dell'hinterland milanese, Giovanni Ferretti De Luca, ha ribadito che comunque per l'Inter "l'opzione A è sempre stata lo stadio a Milano", ma la decisione definitiva dovrà essere presa dai nuovi proprietari di Oaktree.