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Il ricorso di medici e infermieri lombardi contro obbligo di vaccinarsi: “Chi ci dice che è sicuro?”

Domani, mercoledì 14 luglio, si svolgerà l’udienza in Camera di consiglio dove si discuterà dei ricorsi presentati da cinquecento medici lombardi contro l’obbligo di vaccinarsi contro il Covid-19. Ad assisterli c’è l’avvocato Daniele Granara che, a Fanpage.it, spiega: “Non è una battaglia no-vax, ma contro la decisione di imporre qualcosa a qualcuno che non vuole farlo”.
A cura di Ilaria Quattrone
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Sono trecento gli operatori sanitari lombardi che hanno deciso di presentare ricorso ai Tribunali amministrativi regionali di Milano e Brescia contro l'obbligo vaccinale previsto per il Covid-19. Trecento persone, che appartengono al personale ospedaliero di Brescia, Cremona, Bergamo e Mantova, hanno presentato ricorso a Brescia contro le Agenzie di tutela della salute di Bergamo, Brescia, Val Padana e Montagna. Domani si svolgerà l'udienza cautelare in Camera di Consiglio dove si discuterà del ricorso.

L'obbligo di vaccinarsi stabilito dal Governo

Tutti gli operatori sono assistiti dall'avvocato Daniele Granara. Il legale, professore ligure di diritto costituzionale, ha spiegato a Fanpage.it i motivi che li hanno spinti a prendere una decisione simile: "Non è una questione di essere pro o contro il vaccino, ma di dover imporre qualcosa a qualcuno che non vuole farlo". In Italia infatti il decreto Draghi, entrato in vigore a giugno, stabilisce che gli operatori sanitari sono obbligati a vaccinarsi a meno che non ci siano problematiche cliniche: chi dovesse rifiutare, potrebbe incorre nella sospensione dall'incarico o nel trasferimento in un altro reparto dove non vi sono contatti con i pazienti.

L'avvocato: Modo di pensare culturalmente inaccettabile

In caso di sospensione, questa sarà temporanea e durerà fin quando non si sarà sottoposti a vaccini o comunque fino al 31 dicembre 2021. Gli interessati potranno comunque far ricorso al Tar entro sessanta giorni dalla notifica: "In questo modo la persona interessata va a casa a zero stipendio. Ci sono delle persone che devono arrivare a fine mese, perché non rispettiamo queste persone e dobbiamo costringerle a fare una cosa non sicura? Questo modo di pensare – continua l'avvocato a Fanpage.it – è culturalmente inaccettabile. Non è accettabile che mi dici di fare il vaccino, che non è sicuro, e non mi pagherai nemmeno i danni se mi succede qualcosa".

Gli operatori chiedono di sospendere obbligo vaccinale

Per gli operatori, il punto principale riamane uno: "Non essere obbligati a far qualcosa su cui non c'è certezza". E per questo chiedono al Tar di poter sospendere e annullare l'obbligo vaccinale previsto per i medici. L'avvocato Granara ci tiene a precisare che la loro non è una battaglia no vax: "In questo caso si rivendica la libertà – continua a spiegare a Fanpage.it – di scegliere. L'Italia è l'unico paese al mondo a fare una cosa del genere, negli altri Paesi questo obbligo non esiste. Noi siamo un Paese che non rispetta la libertà".

L'avvocato sottolinea infatti che questa è una battaglia di "diritto costituzionale". Motivazione riportata anche nel testo del ricorso dove si legge che l'atto "si fonda sulla illegittimità costituzionale, sotto plurimi profili, di diritto interno e diritto europeo, di un obbligo riferito ad un vaccino di cui non è garantita né la sicurezza né l'efficacia". I medici infatti sostengono che "questo vaccino non è stato sperimentato" e quindi "non si è sicuri circa gli effetti futuri".

(Ha collaborato Simone Giancristofaro)

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